La televisione generalista alimenta l’ignoranza del popolo italiano: perchè allora non utilizzare la sua popolarità per diffondere al contrario cultura provando a formare le nostre coscienze su valori umanistici?

Non bisognerebbe forse ripensare la televisione, trasformandola dall’attuale contenitore di spazzatura qual è oggi in uno strumento di progresso per favorire l’evoluzione del pensiero della società italiana?

Come è possibile che non ci si renda conto della pesante responsabilità di questo media di massa riguardo le derive letali a danno delle nostre intelligenze e sopratutto sensibilità?

Oramai infatti non è più sufficiente cambiare canale a fronte di chi trascorre il suo tempo libero davanti a veri e propri veleni per sguardi e timpani che a mio avviso riscuotono incredibilmente vasto seguito da fasce di telespettatori deboli, come bambini e anziani da una parte, e dall’altra dai culturalmente più labili e quindi consumatori passivi e inconsapevoli circa i rischi che si corrono, facendo entrare spesso e volentieri nelle nostre case e menti il peggio del peggio di questo Paese allo sbando sotto ogni aspetto sociologico, politico e economico?

E infine, perchè chi di dovere non si rende conto che il rinascimento dell’Italia, che è necessario per non rimanere impatantati come siamo ormai ora e da almeno un ventennio pieno, non possa razionalmente che passare attraverso una costante ricerca e messa in onda di una maggior qualità di programmi e palinsesti televisivi che oggi è più che scarsa se non del tutto assente? 

Non abbiamo ancora compreso che involontariamente tendiamo un po’ tutti a ergere a modelli i personaggi televisivi avendo però perduto la capacità di discernere finanche il bene dal male, ma sopratutto che i mass media stiano di fatto distruggendo l’educazione dei nostri figli, resa dagli stessi media di massa quasi del tutto impossibile sia in famiglia che a scuola?

Stefano Lesti

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