Quando si parla di religione si finisce sempre per discutere. Si discute anche quando la si pensa allo stesso modo e il motivo è che ciascuno si esprime e interpreta le parole a modo proprio.

Ciò che ho imparato dialogando e talvolta anche scontrandomi duramente con chi mi contesta è che occorre sforzarsi sia ciascuno per la propria parte che tutti insieme per dotarci di un linguaggio universale comune a tutti capace farsi ben comprendere senza interpretazioni.

Quello che so e che già sapevo da prima di confrontarmi con altri parlando di Dio, è che l’unico messaggio, linguaggio universale possibile e percorribile per intendere e farsi intendere dagli altri è l’amore.

Quell’amore che si offre, che si sacrifica, che include e non esclude nessuno perchè gli va incontro e non contro. 

Quel tipo di amore che personalmente mi ha insegnato Gesù Cristo che per me è Signore, Maestro, Salvatore e Redentore, mentre per altri il frutto di una collettiva allucinazione, di mere creduloneria e autoillusioni basate sulla fantasia.

L’unica ma netta differenza tra queste due speculari e opposte visioni è che io ho le prove concrete, razionali di quel che sostengo: prove empiriche che sono confortate da evidenze scientifiche.

Evidenze che provo a dimostrare tutti i giorni della mia vita con la coerenza attiva e attivista di quel sostengo ed ho imparato vivendo e soprattutto amando.

Altri no, come certi atei ideologici o politicizzati, ma ciò non toglie che non siano ugualmente degni del mio rispetto. Cristo mi ha infatti insegnato anche a rispettare tutti, anche chi non la pensa come me per il solo fatto che vuole che consideriamo tutti e tutte come fratelli e sorelle.

Simili perchè ugualmente figli di un medesimo e unico padre celeste.

Fratelli e sorelle ai quali per amore, solo per amore, mi permettto di elevare critiche costruttive e mai distruttive.

Pace e bene, Shalom, Salam. Statemi bene e lunga vita e prosperità a tutti voi, credenti e non!” 

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