Se pensiamo al mondo virtuale non possiamo tralasciare il fenomeno dello sport elettronico (esport),
ovvero lo sport di giocare ai videogiochi. I videogiochi si sono anch’essi insieme alla
tecnologia, sempre più evoluti tanto da connettere più utenti in contemporanea tra loro in sfide
virtuali. Si gioca da soli o in gruppo, con squadre che si allenano insieme e si affrontano in tornei.
Sono giocati competitivamente a livello amatoriale, semiprofessionistico e professionistico, e ne
vengono organizzati campionati e tornei, sia online che dal vivo.I tornei live sono organizzati come
qualunque altro evento sportivo, quindi con arbitri e commentatori specializzati in quel gioco,
mentre le fasi di qualifica si tengono spesso tramite piattaforme online.
Quale il nesso tra gli e-sports ed il benessere? Innanzitutto anche questo tipo di attività può dare la
possibilità di impegnarsi in uno sport, magari il preferito, che altrimenti non poteva essere giocato.
Questo per varie cause possibili; problemi economici che non garantiscono la possibilità di
sostenere una spesa legata alle attrezzature o da versare alla società sportiva di riferimento,
disabilità motorie, quel tipo di sport non è praticato o praticabile nel luogo in cui si vive.
Per lo più dopo l’ultimo Summit a Losanna, c’è stata una storica apertura del CIO agli e-sports. Per
la prima volta, il Comitato Olimpico Internazionale sostiene ufficialmente che i videogiochi possono
essere considerati delle discipline agonistiche vere e proprie, e quindi un’attività sportiva. Ciò
significherebbe farli entrare ufficialmente nel settore delle discipline agonistiche. Per essere
pienamente riconosciuti dovranno rispettare i valori olimpici e dotarsi di strutture per i controlli
antidoping e la repressione delle scommesse.
“Gli e-sports competitivi”, è scritto nel comunicato del Comitato internazionale olimpico, “possono
essere considerati un’attività sportiva, e i giocatori coinvolti si preparano e allenano con
un’intensità che può essere paragonata a quella degli atleti delle discipline tradizionali”. Il CIO fa
notare che gli e-sports sono in forte crescita, in particolare fra i giovani dei vari paesi, e ciò può
essere la piattaforma per un coinvolgimento nel movimento olimpico.
Come nello sport,ci sono allenamenti e training da seguire. Per essere un bravo giocatore bisogna
allenarsi anche 10-15 ore al giorno. Ogni sfida, ogni torneo si basa sulla bravura dei giocatori e
sulla strategia della squadra. E le partite possono durare anche 6-12 ore. Inoltre giocare agli esports
è diventato un lavoro vero, e ben pagato. A maggior ragione far rientrare gli e-sports nei
giochi Olimpici sarebbe motivo di soddisfazione per i singoli giocatori ed un ulteriore opportunità
economica per ogni singolo paese.
Roberta CAPPELLUTI
Psicologa Sportiva

 

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