L’Italia è un Paese che oggi e ormai da tempo immemore si fonda sulla corruzione: non c’è un solo ambiente della società politica, economica e civile dove non c’è chi abusa del proprio potere spesso a danno della collettività intera e dove non si faccia carriera in base a meriti e capacità ma per ben altri motivi. Lo sanno tutti!

Parlando ad esempio di aste giudiziarie, non si capisce perchè alle medesime possano partecipare in maniera diretta, indiretta o comunque generale magistrati e avvocati, a dire gli stessi che esercitando poteri fondamentali in democrazia dovrebbero essere, ma sopratutto mantenersi al di sopra di ogni possibile ed eventuale sospetto da una parte e in assenza completa di conflitti di interesse dall’altra.

Il reato di turbativa d’asta (art. 353 del Codice Penale, vedi approfondimenti) non sembra essere di fatto più sufficiente a garantire il diritto, sopratutto di fronte alle lungaggini della giustizia italiana i cui dati attestano che la tempistica dei processi civili sia la più alta in Europa e che ciò probabilmente possa generare comportamenti al limite del paradosso.

Dati tempistica processi civili e commerciali aggiornati al 2018 (Fonte Ministero della Giustizia):

– Tre anni per i procedimenti in primo grado;

– Due anni per i procedimenti in appello;

– Un anno per i procedimenti in Cassazione.

Ciò detto, infatti, come non chiedersi allora se ci troviamo di fronte a un vero e proprio sistema, posto in essere per procurare guadagni certo legittimi da parte di chi però potrebbe approfittare dello stato di cose per speculare o favorire in un modo o nell’altro speculazioni sull’acquisto di terreni, immobili, auto e beni di lusso e non che vengono messi all’incanto a prezzi inferiori al mercato.

Beni e patrimoni che vengono messi all’asta non sempre e soltanto per rifondere i creditori di eventuali debiti contratti, ma sovente perchè a fronte della durata degli stessi processi e del tempo che passa prima dell’ultimo grado definitivo di giudizio non ci si trova a volte nella posizione di poter pagare gli avvocati e le spese dei processi, oltre che di mandare avanti la propria azienda, di poter pagare le rate del mutuo e di rifondere le spese del condominio fino ad arrivare a vedersi pignorato un proprio bene.

Aste giudiziarie alle quali la gente comune non può partecipare di fronte alle quali è lecito domandarsi e domandare a chi di dovere se non sia il caso di prevenire, verificare e in special misura impedire eventuali forme di conflitto di interesse da parte di chi abbia sia il potere di far mettere all’incanto dei beni, che parimenti quello di poterli successivamente acquistare.

Com’è possibile che ai controllori venga permesso di poter essere nel contempo i fruitori privilegiati delle proprie decisioni?

Si ciarla tanto in Italia di produrre i necessari cambiamenti che tutti gli italiani richiedono con forza alla politica, ma se poi di fatto da parte della medesima non si va a vedere con la lente d’ingrandimento il cosa, il dove e il come cambiare: come si potrà risolvere sul serio, ossia concretamente tutte le cose che non vanno perchè impediscono lo sviluppo e il progresso civile e culturale di un Paese simile ai giorni d’oggi più alla Colombia dei Pablo Escobar che al civilissimo Regno Unito? Situato nel panorama geopolitico mondiale alla stregua dei Paesi sottosviluppati piuttosto che alla civiltà occidentale?

Approfondimenti

L’articolo 353 del codice penale ci informa su cosa sia la turbata libertà degli incanti, meglio nota come “turbativa d’asta”.

Cos’è la turbativa d’asta

Si intende con turbativa d’asta quel comportamento volontario atto a impedire (o a turbare) le gare nei pubblici incanti e nelle licitazioni private, sia con metodi come promesse, minacce o frodi, sia allontanando o impedendo l’accesso agli offerenti. L’impedimento o la turbativa vanno a discapito non solo delle pubbliche amministrazioni ma degli stessi partecipanti alla gara, per cui il codice penale punisce tale condotta col fine di garantire la massima correttezza delle aste, a tutela sia della collettività che delle imprese partecipanti.

Turbativa d’asta: com’è punito il reato

La norma di riferimento è l’art. 353 del codice penale che punisce “chiunque, con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, impedisce o turba la gara nei pubblici incanti o nelle licitazioni private per conto di pubbliche amministrazioni, ovvero ne allontana gli offerenti” con la reclusione da sei mesi a cinque anni e con la multa da centotre a milletrentadue euro.

LA RIFORMA DEL PROCESSO CIVILE

“Come annunciato recentemente dal Ministro della Giustizia, obiettivo della riforma del processo civile è quello di una semplificazione normativa. Per farlo, non verranno approvati dei stravolgimenti, bensì degli interventi mirati finalizzati a semplificare e velocizzare l’attuale rito esistente.

Non ci saranno quindi “stravolgimenti inconsulti, forieri di periodi di lunga e controversa interpretazione giurisprudenziale e dottrinale” (“come fatto in passato”) visto che in tal caso si rischierebbe persino di appesantire l’attuale sistema.

La riforma del processo civile che il ministro Bonafede intende attuare il prima possibile, quindi, si concentrerà sull’approvazione di alcuni interventi chirurgici volti a:

– semplificazione del sistema;

– riduzione tempi del procedimento;

– dilatazione dell’attività istruttoria.

Per raggiungere questi tre obiettivi, collegati inevitabilmente tra di loro, il ministro Bonafede sembra già avere delle idee chiare, tuttavia si è detto aperto al confronto con tutte le parti interessate così da arrivare ad una soluzione che soddisfi tutti”.

La riforma del processo civile da parte del governo sarà utile agli italiani, oppure manterrà lo Status Quo attuale all’interno delle solite politiche gattopardesche tutte italiane che poi non cambieranno nulla? St.les

IMMAGINE: PRATO REPORTER.IT

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