Le più grandi civiltà del passato non sono cresciute e non si sono sviluppate perchè invidiavano agli altri quelle virtù e conoscenze che non possedevano, ma al contrario perchè si impegnavano per impararle e acquisirle. Loro le integravano nella propria cultura facendole diventare proprie e conseguentemente ogni civiltà  progrediva e si evolveva nella propria interezza nella luce: Roma docet!

Un tempo infatti i più grandi tra tutti i re si avvalevano dell’ausilio dei saggi, dei filosofi, dei geni e degli scienziati, mentre oggi i governanti del mondo si contornano di servi sciocchi, di persone ricattabili da tenere a guinzaglio e di emeriti mentecatti privi di personalità: tu questo lo chiami progresso, la chiami civiltà? Io no!

Quanto invece a noi gente comune tra tutte le miserie e le meschinità umane che detesto di più considero l’invidia e la gelosia per il successo altrui dei veri e propri paradossi dell’esistenza rispetto all’istinto di sopravvivenza e al valore stesso della vita: perchè farsi del male detestando chi è migliore e più preparato di te?

Non sarebbe preferibile per tutti noi e per la società civile -oltre che più logico e naturale- scambiarsi virtù e conoscenze così come si faceva in passato al fine di crescere e migliorarsi reciprocamente dando vita e linfa a unioni sinergiche da realizzare con chi ne sa più di te piuttosto che tendere al comune appiattimento?

Perchè dunque detestare e fare la guerra a coloro dai quali potresti soltanto attingere sprazzi di luce? A chi giova infatti fare di tutto per provare a spegnerla questa luce, salvo poi ritrovarti da solo circondato soltanto dal buio e dalla tua evidente inferiorità che in tal modo non potrai mai e poi mai contrastare, superare e sconfiggere? 

STEFANO LESTI

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