Bruno Vespa mi fa vergognare di far parte della categoria dei giornalisti italiani: costui insegna involontariamente come non si deve fare informazione.

Il paradosso è che in Rai viene trattato come un re, con una paga non come giornalista ma con una qualifica da artista che ingrassandogli le tasche a dismisura ci fa indignare!

Dammi retta: fai tacere la televisione e comincia a vivere sul serio!

Del resto la ribellione civile di fronte a un sistema incivile che spadroneggia dai pulpiti mediatici e ci invade quotidianamente nelle nostre case è divenuta oggi giorno necessaria quanto il diritto all’acqua pubblica e al pane quotidiano.

Come? Molto semplice: attraverso l’unione tra le migliori forze d’Italia! Una unione che è un po’ come una goccia nell’Oceano, sapendo però che le gocce, con la loro costanza, possono finanche bucare le rocce più dure!

Ad ogni modo molto dura è stata la presa di posizione da parte della commissione Pari Opportunità del sindacato dei giornalisti di Stampa Romana, del quale faccio anche io parte.

Pubblico integralmente la lettera che tutti noi iscritti abbiamo ricevuto in data odierna:

L’intervista di Bruno Vespa a Lucia Panigalli, scampata miracolosamente a un tentativo di femminicidio, viola il Testo Unico dei Doveri del Giornalista e il Codice Etico della Rai. Per questo la Commissione Pari Opportunità di Stampa Romana presenta formale esposto al Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio e alla Rai Radiotelevisione Italiana nelle persone del presidente Marcello Foa e dell’amministratore delegato Fabrizio Salini.

Al Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio

Raccomandata a Mano

All’Amministratore delegato Rai Fabrizio Salini

PEC: raispa@postacertificata.rai.it

Al Presidente Rai Marcello Foa

PEC: raispa@postacertificata.rai.it

La Commissione Pari Opportunità di Stampa romana, riunitasi in seduta il 18 settembre 2019, espone quanto segue:

  • Il 17 settembre 2019 andava in onda su Rai 1 una puntata del programma “Porta a Porta”;
  • Nel corso della puntata il conduttore e collega Bruno Vespa intervistava Lucia Panigalli, sopravvissuta al tentativo di femminicidio per mano dell’ex compagno;
  • Condannato a 8 anni e sei mesi, durante la detenzione commissionava a un compagno di cella l’assassinio della signora Panigalli;
  • Denunciato dal compagno di cella, l’ex compagno della signora Panigalli, veniva processato e assolto;
  • Lucia Panigalli vive da allora nel terrore di perdere la vita nonostante le sia stata assegnata una scorta;
  • Nel corso dell’intervista, Bruno Vespa – attraverso le domande poste e le ripetute risatine a corredo – ha violato alcuni dei principi base individuati dalla Rai nel suo Codice etico, che richiede in particolare “il rigoroso rispetto della deontologia professionale da parte dei giornalisti e di tutti gli operatori del servizio pubblico, i quali sono tenuti a coniugare il principio della libertà con quello di responsabilità nel rispetto della dignità della persona”
  • L’intervista viola anche alcuni articoli dell’Allegato 1 del Testo Unico dei Doveri del Giornalista: in particolare quelli che riguardano la tutela della dignità della persona (art. 8) e la tutela al diritto alla non discriminazione (art.9).
    Ci riferiamo, nel dettaglio, ad alcune delle affermazioni fatte da Bruno Vespa nel corso dell’intervista e che contribuiscono alla “vittimizzazione secondaria”(vietata dalla Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013) di Lucia Panigalli, presentata come una donna “fortunata” che ha scampato un pericolo.
  • “Lei è protetta: non corre rischi”
  • “Diciotto mesi sono un bel flirtino”
  • “Ma era così follemente innamorato da volerla dividere solo con la morte?”
  • “Lei aveva una nuova relazione?”
  • “L’ha violentata?”
  • “Lei è protetta; l’aggressore ha il divieto di avvicinarsi; più di questo non si può fare”.
  • “Quanto è durato il vostro amore?” (la domanda arriva dopo che Panigalli aveva appena osservato: “Quando sento associare la parola amore a quello che mi è successo, inorridisco”)
  • “Però se avesse voluto ucciderla l’avrebbe uccisa”

Per queste ragioni – anche alla luce del Manifesto di Venezia che recepisce le raccomandazioni del Consiglio d’Europa sulla Prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica ratificata dall’Italia –

Chiediamo

  • Al Consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, di adottare i provvedimenti del caso;
  • Alla Rai Radiotelevisione Italiana di valutare l’intervista di Bruno Vespa alla signora Lucia Panigalli, andata in onda il 17 settembre 2019 all’interno di “Porta a Porta”, alla luce del suo codice etico.

Roma, 18 settembre 2019,

Commissione Pari Opportunità di Stampa Romana

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