Il presidente della Figc Gravina, intervistato oggi su “Dribbling” Rai2, parla dello scenario peggiore, ossia che il calcio, “qualora ci fosse un caso di coronavirus tra i giocatori di Serie A sarebbe obbligato a fermarsi”.

Un ipotesi malaugurata di fronte alla quale occorre essere realisti, a cominciare dall’analisi oggettiva degli scenari possibili.

Certamente la sospensione del campionato di Serie A lascerebbe diversi punti interrogativi e verdetti in sospeso: il Campionato, la Coppa Italia, i posizionamenti per l’Europa, ma anche le retrocessioni in Serie B.

Tuttavia il regolamento a riguardo non dice nulla perché nelle regole del campionato di Serie A non è prevista un’eventualità del genere, cosa che spiega ulteriormente quanto questo caso sia decisamente unico nel suo genere.

Nella stagione 1914-1915, che fu interrotta per l’entrata in guerra dell’Italia, il campionato nazionale si svolgeva in modalità differenti rispetto a oggi e vi furono negli anni seguenti delle dispute tra Genoa e Lazio che a tutt’oggi sono in corso.

Alla fine la FIGC decise che quel campionato (dall’esito ancora incerto al momento della sospensione) fosse assegnato alla squadra ligure, perché in vetta alla classifica settentrionale (che era considerata la più competitiva).

Nel caso attuale tra le ipotesi più accreditate vi è su tutte quella del congelamento dei verdetti.

In questo momento a guidare il campionato è la Lazio con 62 punti, 2 in più rispetto alla Juventus che domani giocherà con l’Inter in casa a porte chiuse, ma ad ogni modo la zona Champions League è completata da Inter ed Atalanta, mentre Roma e Napoli sono in corsa per l’Europa League, tallonate dal Milan.

In zona retrocessione troviamo Spal, Brescia e Genoa, con la Sampdoria appena un punto sopra alla terzultima.

Nel caso di sospensione definitiva successiva alla giornata di domani, a prescindere dal risultato di Torino potrebbe essere presa in esame l’ultima giornata prima dell’emergenza del Coronavirus, ossia la 24esima, che si è giocata interamente senza rinvii.

In quel caso la classifica era guidata dalla Juventus, seguita da Lazio, Inter ed Atalanta. Roma e Verona in Europa League e Genoa, Brescia e Spal in serie B e in queste condizioni la squadra bianconera risulterebbe campione d’Italia.

STEFANO LESTI

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