Quando si scrive un’autobiografia c’è chi non conoscendoti ti giudica presuntuoso e chi invece si incuriosisce: “…E tu chi sei? Che cosa hai fatto di così importante nella vita tanto da scriverci su un libro per giunta di trecento pagine?”.


Chi ti conosce invece prova due tipi diversi di sensazioni: invidia da una parte e ammirazione dall’altra, a seconda della condizione di vita e psicologica di chi non si pone in competizione con me, ma piuttosto sa gioire dei miei successi, avendo qualcuno dei miei amici e amiche, in generale molte tra le mie ex, contribuito agli stessi.
Successi più che meritati e conquistati lealmente in forza di sacrifici e lacrime, sangue e sudore ma soprattutto umiltà espressa concretamente nel mio essere sempre stato un lavoratore e non un padrone che si arricchisce, che fa i soldi e carriera sfruttando il lavoro altrui senza il benchè minimo rispetto per chi come me sa farsi il mazzo senza lamentarsi e fare del vittimismo nonostante le ingiustizie di cui un po’ tutti siamo quotidianamente, consapevolmente o meno vittime.
Ecco, confrontarmi con le sensazioni altrui è emotivamente parlando un esercizio, una sperimentazione molto interessante, soprattutto per un sociologo/antropologo autodidatta, per uno studioso del comportamento umano quale sono: nel confronto si possono comprendere tante cose sia di te stesso che rispetto all’umanità di oggi.
Una umanità oggigiorno decaduta, spaventata e incattivita, dunque involuta che mi fa pensare di fare ormai parte di un “piccolo resto”, di una minoranza tuttavia niente affatto silenziosa e passiva ma guerriera e propositiva che non intende piegarsi e rassegnarsi a questo andazzo che nel mio piccolo o grande non subisco ma combatto e sfido con le mie azioni e progetti.
Raccontando di me stesso e del mio percorso evolutivo che affonda le radici nelle gesta eroiche dei miei avi, ho trattato nella storia d’Italia e della mia città, Ostia Lido, dal 1915 ad oggi, tematiche e valori importanti, in primis la ricerca della verità, di quel Sacro Graal di cui i miei editori hanno accennato nella quarta pagina di copertina del quale il buon Dio, a un certo punto, “nel mezzo del cammino” della mia esistenza, ha voluto omaggiarmi affinchè con tutta evidenza potessi condividerne col mondo intero la portanza in termini di conoscenza superiore.
Quella Sapienza santa e benefica di cui si parla nei testi sacri dell’ebraismo e del cattolicesimo che non considero affatto un tesoro da tenere in custodia dentro una cassaforte o una cassetta di sicurezza, o parimenti come una lampada da tenere gelosamente accesa dentro la mia stanza da letto per beneficiarne in modo esclusivo ed egoistico, ma che al contrario ho voluto esporre, mettere in mostra allo stesso modo di un patrimonio storico, artistico e culturale che non è soltanto mio ma è di portata nazionale, dico mondiale che chiunque interessato ad approfondire potrà andarsi a prendere a nolo in una biblioteca o a fare proprio in una libreria.
Qualcuno allora si domanderà che cosa mai di tanto importante abbia scoperto, ricevuto in dono dal Cielo, che in qualche modo mi abbia condotto ad espormi non con presunzione ma con enorme coraggio a critiche e giudizi o di contro ad essere snobbato, ma la mia risposta non può che essere quella di invitare gli affamati e assetati come me di Sapienza, la conoscenza superiore e dunque la base per una libertà piena poichè consapevole e responsabile, a leggere la mia autobiografia il cui titolo: “Aprirò anche nel deserto una strada” è la citazione di una profezia di Isaia che auspico possa compiersi soprattutto per chi mi leggerà dopo che si è già compiuta (più volte) nella mia vita …spericolata e ancora si compirà!
Dopo aver letto il mio libro, sfido chiunque sulla faccia della Terra a negare l’esistenza e soprattutto l’azione concreta dell’amore di Dio nella nostra vita, di cui ho narrato e raccontato in modo razional-esperienziale per filo e segno ogni aspetto; un amore che in questi tempi critici quanto vieppiù fatali per tutti noi è offerto dalla Sua Misericordia a tutti indistintamente senza divisioni tra credenti e atei.
Buona, anzi felice lettura!

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