Ed eccoci tutti in attesa del risvolto politico in merito alla crisi di governo usata da qualcuno come spauracchio: una “resa dei conti” dalle conseguenze positive per il bene comune della nazione o piuttosto un “giochetto” astuto di alcuni politicanti per ottenere più stabilità politica e forse qualche vantaggio personale a spese della crisi pandemica? 

L’ago, posizionato al centro della bilancia, dovrebbe favorire, soprattutto adesso, il raggiungimento della coesione politica e dovrebbe essere occupato da chi ha ampia capacità di vigilanza sulla stabilità della politica nazionale, proteggendola qualora si ritenesse necessario, da eventuali e spropositati attacchi “laterali”, che altresì potrebbero mettere a repentaglio la stabilità nazionale, dunque non certo per adoperarsi come riscatto del miglior partito, celando invece, insidiosi opportunismi personali.

Dubbio che sta scatenando l’opinione pubblica e incuriosisce finanche alcuni dei più importanti tra i tabloid giornalistici internazionali.

Appare appunto sconsiderato che un partito possa avanzare, nella drammatizzazione di una crisi annunciata, soluzioni relative a problemi che di fatto non sono mai stati risolti e meno che mai potrebbero essere debellati ora a causa di una rischiosa crisi di governo che tra gli effetti più deleteri, metterebbe a rischio gli accordi presi con l’Europa per l’acquisizione dei fondi richiesti a garanzia del riassetto economico della nazione.

La posta in gioco degli oltre duecento milioni del Recovery Plan potrebbe sì rappresentare una svolta positiva per l’Italia, ma solo attraverso una scrupolosa, equa e attenta suddivisione per settori del denaro di cui i cittadini si farebbero carico attraverso le innumerevoli tasse.

Certo, dare “parola” agli italiani sarebbe per molti auspicabile, ma i tempi necessari per le eventuali elezioni metterebbero a repentaglio la scadenza per ottenere il prestito. Pertanto scongiurare al momento il disaccordo dei partiti di maggioranza sarebbe senz’altro preferibile per il Paese stesso.  

Da sempre i vari ministeri sono ambiti da innumerevoli “poltronari” che con atavica fame e sete di onnipotenza continuano a mistificare il potere per scopi personali, mentre la situazione attuale non è diversa neanche a seguito della crisi economica causata dal Covid19.

Una crisi pesante che vede fagocitate intere imprese e famiglie distrutte da difficoltà non sanabili neanche dai ristori promessi ma ancora attesi! 

Tutto il comparto del lavoro è stato affossato dal baratro delle restrizioni governative, a tal punto che raggiungere la coesione dei partiti in vista del Recovery Plan, dovrebbe essere doveroso, poiché apporterebbe al Paese occupazione, miglior sviluppo e soprattutto una gestione più adeguata e rassicurante, e contestualmente della sanità e dei vaccini per provare a debellare il virus. 

E invece la svolta per il futuro dell’Italia pare essere ostacolata dalla costruzione di un ponte e dalla richiesta del Mes… I fondi europei metteranno tutto a tacere? Gli italiani vogliono risposte non poltrone e pretendono il riscatto dopo un anno terribile, dunque l’offerta dell’attuale politica deve essere costruita in relazione alle esigenze del cittadino e non per  soddisfare scopi personali sfruttando il “bene” patrio.

Così facendo si continua a non assistere al passaggio evolutivo della politica, messo in discussione dalla politica stessa agli occhi del cittadino, sempre più sfiduciato dagli schieramenti politici effettuati in relazione alla convenienza dei partiti.

E mentre l’economia condiziona la politica, il senso di unità è ancora carente, evidenziato persino dal disaccordo fra regioni e governo centrale, nel totale smarrimento della confusione che genera incertezze e paura in ogni singolo. 

E intanto i cinesi comprano in silenzio i nostri locali in crisi a causa del Covid19 per poi rivenderli poco dopo ai loro connazionali ed evitare anche il fisco mentre le voragini del territorio malato e mai adeguatamente curato si aprono dinnanzi ai cittadini increduli, come appena accaduto in Campania, fortunatamente non si contano vittime… e forse sarebbe meglio considerare l’episodio come l’ultimo avvertimento di una natura stanca che medita, anzi forse annuncia rivolta! 

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