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“So di non essere il mago che stavi aspettando, ma posso essere il mago di cui hai bisogno” (Dal film Il grande e potente Oz)

Magia, magia e magia. E poi spiritismo e spiritualità, Cabala, Yoga, Tarocchi e tanto altro nella città più magica d’Italia. Siamo di nuovo a Torino, questa volta in compagnia di Igor Caputo, libraio e titolare della Libreria Arethusa, una “signora” di ben 73 anni.

Caro Igor, eccoci qui, dunque! Parlaci di te: chi è Igor Caputo e come è nata la tua attività, che fra l’altro è la libreria esoterica più antica d’Italia.

Questa è la domanda più difficile a cui si possa rispondere. Se si potesse definire una persona attraverso le attività che svolge ti potrei dire che sono uno storico contemporaneista con una tesi alle spalle sulla strage di Piazza Fontana. Potrei dire che sono un percussionista e che ho insegnato per una decina di anni percussioni del bacino del Mediterraneo.

Potrei dire che sono (o meglio sarò a breve) uno scrittore e che nei prossimi mesi uscirà il mio primo libro ABRAXAS: LA MAGIA DEL TAMBURO. Il culto dimenticato del dio cosmico, dallo sciamanesimo alla Gnosi, scritto a quattro mani con l’ottimo Paolo Riberi, per i tipi di Mimesis. Potrei dire che sono un libraio, titolare della libreria Arethusa della quale sono cliente dall’età di 13 anni. Una libreria che si pone al crocevia del percorso spirituale di moltissime persone da ormai 73 anni.

Una libreria esoterica nella città più magica d’Italia deve essere un approdo sicuro per gli amanti del genere in cerca di libri specifici!

Assolutamente sì. Non solo. La mitica Carla Casalegno, la fondatrice della libreria Arethusa, ha costruito, in più di 50 anni di carriera, una cultura esoterica e spirituale nella città di Torino. Qui da Arethusa ho l’onore (e l’onere) di servire clienti con una conoscenza enorme sui temi che trattiamo, costruita in decenni di studio, che hanno esigenze culturali estremamente elevate, cosa che per me è stimolo e pungolo costante per la ricerca e la crescita.

Nella tua libreria la scelta è sorprendente, ci sono migliaia di libri e molti tuoi colleghi giurano che tu li abbia letti tutti (e conoscendoti non ne dubito). Come mai c’è questa sete di sapere e questa morbosità verso l’occulto e/o le “nuove” filosofie?

È una basilare necessità umana. Noi tutti abbiamo bisogno di credere, di sperare, di non essere qui in una valle di lacrime, soli e abbandonati. Noi tutti abbiamo bisogno di sentire nel profondo di noi stessi che esista un dio a cui appellarci e che questo abbia il potere di risollevarci dalla polvere. Ma allo stesso tempo siamo in un’epoca in cui la Chiesa Cattolica non risponde più alle istanze di tante persone.

Il mio professore di Storia delle Religioni, Natale Spineto, ci raccontava di un’intervista rilasciata dal celebre antropologo Ernesto De Martino in merito alla secolarizzazione della società contemporanea.

Questi rispose che non c’era una reale secolarizzazione, ma quello a cui si assisteva allora (siamo negli anni Sessanta) era un moto di delusione nei confronti della Chiesa e della religione dei Padri, facendo notare come l’Uomo, animale religioso, cercasse a Oriente quelle risposte che non trovava più qui. L’abilità di Carla Casalegno è stata proprio quella di creare una risposta a un problema anni prima che questo si manifestasse.

Quali libri consiglieresti alle persone cosiddette “mentali”?

Si possono percorrere due vie. Si potrebbero disarticolare le sovrastrutture “mentali” che la persona si è costruita con un Frammenti di un insegnamento sconosciuto di Ouspensky (Astrolabio, Roma, 1976), oppure cavalcare questa caratteristica proponendo un libro come La Cabala Mistica di Dion Fortune (Astrolabio, Roma, 1978). La Cabala è una disciplina che agguanta la mente e sovraccaricandola, come fosse un sudoku metafisico, ti permette di creare uno squarcio e andare a vedere cosa c’è di Là.

Essere librai nel 2020: quali difficoltà hai incontrato nel 2020?

Beh, ho trovato le difficoltà che hanno trovato tutti gli esercenti del centro delle grandi città. Un centro città svuotato dal telelavoro, dall’assenza di turisti, dai confini comunali chiusi. Il tutto accentuato dalla mia rigidità (quantomeno iniziale) a cercare nuove strategie, nella certezza che nell’arco di qualche mese la tempesta sarebbe passata. Avessi scatenato da subito la mia creatività, cosa che ho fatto a partire dall’ottobre scorso, magari sarebbe andata meglio, ma non abbiamo la prova del contrario.

In generale, quali sono i libri più venduti nella tua libreria?

Libri di Cabala, Magia e Yoga.

Come ti poni nei confronti della lettura digitale?

Il boscaiolo non ha paura di essere aggredito da un Unicorno… Battute a parte, quando l’ebook è stato lanciato ci si aspettava che si sarebbe mangiato il 25% del mercato in 10 anni. Ora sono passati 10 anni se si è mangiato meno del 3%.

Quindi è un non-problema. Poi lo studioso, il cultore, che servo io ha bisogno della fisicità del libro da sottolineare, toccare, annusare. Poi chissà, se è vero che tante scuole hanno adottato libri digitali per gli allievi, potrebbe crearsi un’abitudine nelle nuove generazioni che un giorno potrebbe avere un impatto, ma oggi no. Oggi l’impatto vero ce l’ha Amazon. Amazon è il vero problema per gli esercenti contemporanei, ma è anche uno stimolo a fare meglio.

Leggere pare che sia un’attività fuori moda: cosa consiglieresti per invogliare tutti alla lettura?

Io da piccolo (sembra paradossale) non leggevo nulla, mai. Mia mamma, lettrice forte, era preoccupatissima. Poi comprendendo la mia indole mi ha infilato sotto il naso un libro che mi ha appassionato e non mi sono più fermato. Quindi il mio consiglio è: capisci ciò che ti piace e prendilo. Tutti abbiamo degli interessi ed è stato scritto qualcosa di interessante su tutto, basta imparare a conoscersi.

Presentazioni ed eventi: nel 2020 a causa delle chiusure sono saltati la maggior parte degli eventi letterari; quali saranno i prossimi in programma 2021?

Come dicevo prima, nel mese di ottobre mi sono affacciato a quelle opportunità che la tecnologia contemporanea offre. Ho cominciato quindi a fare recensioni di libri sulle pagine Facebook, Instagram e YouTube della libreria, ho cominciato a fare presentazioni con gli autori in diretta Facebook, ho spostato su Zoom i corsi che organizzo come Arethusa Accademy. Se non puoi più venire in libreria vengo io a casa tua, non ti preoccupare.

Se ci fosse la possibilità di mandare un messaggio al ministro della Cultura, cosa gli diresti o cosa vorreste chiedergli?

Gli chiederei il perché in Germania i libri siano detraibili dalle tasse mentre nel Paese di Dante Alighieri no?

Dopo questa intervista a Igor Caputo la mia curiosità in merito all’argomento maghi e magia è aumentata, quindi ho contattato la scrittrice Daniela Schembri Volpe, una delle massime esperte del territorio, per svelare il mistero e capire perché è Torino la “sede centrale” della magia made in Italy e non solo.

Daniela Schembri Volpe, sovente ha trattato nei suoi libri dedicati a Torino, proprio questo tema.

La prima domanda è spontanea: perché Torino viene considerata una città magica? Torino è una creatura dalla diabolica e oscura coda oppure dalle bianche ed eteree ali di angelo? È incenso o zolfo quello che si respira?

Certamente è un luogo di forti contraddizioni perché a fronte della presenza della più preziosa reliquia cristiana al mondo, la Sacra Sindone, la città si ritrova ad avere un’aura di magia che spazia dalla cosiddetta magia bianca a quella nera.

Come si è potuto verificare questo paradosso?

Tutti sappiamo come il sacro lino sia giunto da Chambery con Emanuele Filiberto di Savoia, una volta deciso che Torino sarebbe divenuta la nuova capitale del ducato. Ma è difficoltoso per quanto riguarda la reputazione magica della città ricercare il cosiddetto bandolo della matassa, perso nella notte dei tempi.

Certo l’aura magica di Torino è notevole, facendo parte di ben due triangoli magici, non uno.

Città magica tra le più titolate al mondo, con i suoi luoghi intrisi di mistero, che tra bianchi e neri, tra manifesti e occulti, decisamente abbondano a Torino, ma non si svela perché Torino si collochi su ben due vertici, uno nel triangolo di magia bianca con Lione e Praga, e l’altro con Londra e San Francisco nel triangolo di magia nera.

Secondo la scuola d’esoterismo più accreditata al mondo, Torino sarebbe una cosiddetta “città di frontiera” dove tutto si mischia: magia, esoterismo, simboli profani, culto cristiano, coincidenze geografiche e astrali, linee energetiche. Sospesa tra le forze del bene e quelle del male.

Diversi vip dell’occulto si scapicollarono per transitare da Torino: il conte di Saint Germain, alchimista o “l’uomo che non moriva maiˮ, che appariva e scompariva contemporaneamente in più luoghi e più epoche; Cagliostro avventuriero e alchimista; Paracelso medico, astrologo e alchimista; Fulcanelli autore di libri sull’alchimia e filosofo.

Anche i Savoia erano soliti accogliere alla loro corte maghi e alchimisti alla ricerca della leggendaria pietra filosofale e quindi del segreto per ottenere l’oro, l’immortalità, l’onniscienza.

Pietra filosofale che sarebbe presente in una delle grotte alchemiche che la leggenda individua nel sottosuolo dell’area di Palazzo Reale.

Torino è quindi come sospesa tra le forze del bene e quelle del male, il suo cuore bianco batte in piazza Castello, in prossimità della fontana del Tritone (all’interno dei giardini Reali). Il suo cuore nero pulsa in piazza Statuto dove si troverebbe la porta dell’Inferno. Una città enigmatica dove magia e santi “se la giocano”!

Partiamo dai due famigerati triangoli magici, rappresentanti rispettivamente i vertici planetari della magia bianca e della magia nera. Misteriosi ancor più perché non se ne comprende appieno il significato e la provenienza. Perché Torino, Praga e Lione sono ai vertici della magia bianca?

Lo stesso quesito si pone sul triangolo “neroˮ i cui vertici sono conquistati da Londra, San Francisco e… di nuovo Torino. Qual è il criterio a cui si ispira la formulazione di questi triangoli? Sui testi dell’eclettico giornalista torinese Renzo Rossotti il riferimento va a due fonti: una è l’incisione in copertina di un lunario del Seicento, ritrovato in un ristorante di Chartres, in cui un angelo, con una stella tra i capelli, sfiora con l’ala Amiens, Rouen, Parigi e Chartres, quasi tocca Lione mentre con la mano sinistra indica Torino e con la destra Santiago di Compostela.

Tutte mete di pellegrinaggio del tempo. Inoltre sullo sfondo dell’incisione si intravedono le isole britanniche ed è posta in rilievo Londra. Un altro messaggero alato, pure di antiche origini, è un dragone che in una differente incisione raggiunge Praga con un’ala, ha gli artigli piantati su Lione e Torino e Londra nel becco.

E San Francisco?

Non dimentichiamo che di magia si tratta e di conseguenza qualcosa di assurdo e indimostrabile ma al contempo seducente ci può stare e allora San Francisco…

Un’altra domanda riguarda le misteriose quanto introvabili grotte alchemiche che hai citato. Esistono o no queste grotte a Torino?

Da secoli tutti ne parlano ma nessuno le ha mai viste. Le grotte alchemiche… gioia e dolore delle guide turistiche. Capita infatti che i turisti, una volta letto in qualche guida cartacea della presenza di queste grotte a Torino, desiderino visitarle. Peccato che le grotte siano legate esclusivamente a leggende esoteriche che le vogliono collocate nell’area di Palazzo Reale e più precisamente vicino alla fontana di Nereide e i Tritoni nei giardini reali.

Queste fantomatiche grotte, di cui si sostiene che ammontino addirittura a una trentina, i cui ingressi si dice siano sei, ma solo tre condurrebbero realmente all’interno, sarebbero state visitate da alchimisti che vennero in visita a Torino per un supposto interesse che i Savoia ebbero verso le discipline esoteriche. Nelle grotte si concentrerebbe un’energia tale da fare materializzare i pensieri e ognuna permetterebbe di entrare in una dimensione differente.

La leggenda vuole che Umberto I di Savoia fosse riuscito a scovare l’ingresso che conduceva alla prima grotta; sembrerebbe che chi riesca a penetrarvi debba essere tanto prudente da non pensare alle proprie paure in quel momento, perché le stesse potrebbero fortemente materializzarsi.

Umberto I di Savoia, infatti, dopo aver subìto un primo attentato alla sua vita a Napoli e uno successivo a Roma, era preoccupato di incorrere in altri attentati e si vocifera che, riuscito a penetrare all’interno delle grotte alchemiche, il suo pensiero fu proprio questo. Infatti al terzo tentativo a Monza ci lasciò le penne, con almeno tre proiettili conficcati tra spalla, polmone e cuore. Delle grotte si dice ancora che la terza porti in una dimensione da cui non è possibile tornare indietro, e che in esse si trovi la pietra filosofale: immortalità, conoscenza assoluta e trasformazione dei metalli in oro!

In realtà, come affermato, a oggi non sono mai stati ritrovate grotte alchemiche né sotto i Giardini Reali né altrove. Tuttavia nel sottosuolo di Torino si dipana, per 14 chilometri, una rete di cunicoli di cui buona parte non è accessibile per motivi di sicurezza. A Torino gli infernotti sono solo il sinonimo di cunicoli, gallerie e cantine. Sono posti tenebrosi e profondi, anche di più livelli, che non rispettano la pianta dell’edificio soprastante, ma creano un proprio percorso, una vera rete sotterranea.

Dal cimitero di San Pietro in Vincoli era possibile in passato arrivare in via Garibaldi, all’epoca via Dora Grossa, senza mai uscire in superficie. Di questo e altri argomenti tratto nel mio testo Torino Dark, Edizioni del Capricorno.

Insomma… cari amici, ora la domanda la pongo io a tutti voi: credete nella magia?

Grazie al dottor Igor Caputo e alla dott.ssa Daniela Schembri Volpe.

MICHELA TANFOGLIO

LIBRERIA ARETHUSA
VIA GIOLITTI, 18 – 10123 TORINO
TEL. 011 8173373

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