Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l’anima in fiamme. Henry Charles Bukowski

Cari amici e cari lettori,
questa settimana ho intervistato per voi Iris Bonetti, un’autrice al suo secondo libro con un grande sogno nel cassetto. Siete curiosi? Allora iniziamo!

Chi è Iris Bonetti? Parlaci di te come persona. Dove vivi, che cosa fai, che cosa ami, le tue passioni.

Mi chiamo Iris Bonetti, vivo in un piccolo paese della Brianza di nome Calco, in provincia di Lecco, ma sono originaria di Milano. Come mio primo lavoro mi occupo di promozioni di oggettistica presso le Aziende, ma sempre di più sto dando spazio alla passione dello scrivere, augurandomi che mi porti da qualche parte. Per ora mi diverto e mi prendo le mie soddisfazioni. È facile capire che la cosa che amo di più sia proprio la scrittura, da sempre, seguita dalla lettura ovviamente e dalla pittura, sempre nel meno tempo che mi resta. Altra mia grande passione sono gli animali e la natura, dove mi immergo per trovare tutte le ispirazioni, non solo per i romanzi, ma per tutto il resto!

“Isolati” è il tuo secondo romanzo, giusto?

“Isolati” è il mio secondo romanzo, autopubblicato a gennaio 2020, probabilmente quello che ho amato di più. Il primo è stato invece Empatia, autopubblicato a luglio 2019. Prima di scrivere romanzi per adulti, ho scritto storie per bambini, una decina, sia per albi illustrat,i che per delle bookapp: gli animali di Pinocchio e Romeo e Giulietta per i più piccoli, arrivato finalista al Golden Award of Montreux.

Accidenti, un riconoscimento incredibile! Chissà che emozione! Raccontaci un po’ come è nato “Isolati”.

“Isolati” è nato puramente dalla fantasia e dalla mia passione per i viaggi, le isole tropicali e le storie di avventura. Nel libro c’è molto dei miei viaggi, infatti, non lo nego. Il resto, quale la trama e i personaggi nello specifico, nascono da un desiderio di raccontare il mio punto di vista sull’istinto degli esseri umani, quello in parte sopito, col quale ho voluto giocare.

Chi è “la scrittrice” Iris Bonetti?

Per come mi sento io e la vedo, lo scrittore è colui che li crea i personaggi, a volte ispirandosi a persone conosciute, ma che poi li plasma secondo i propri desideri o necessità narrative. Lo scrittore usa i personaggi come un pittore usa pennelli e colori.

I tuoi protagonisti rappresentano e incarnano gli istinti più bassi dell’uomo. Chi o che cosa ti ha ispirato nel descrivere con “pennellate” perfette questi personaggi?

Per descrivere i personaggi di “Isolati” seguendo gli istinti più bassi e profondi dell’essere umano, mi sono in parte ispirata a delle persone che conosco, ma il grosso, la parte più viscerale l’ho ascoltata dentro me stessa. In questo modo credo di essere riuscita a vivere e a trasferire le emozioni più forti.

I loro comportamenti non sono legati solo alla vita. Sbaglio?

Il loro comportamento è determinato dai bisogni più basici della sopravvivenza e degli impulsi. Sono quei comportamenti che in un mondo civile vengono imbrigliati e addomesticati, ma mai sconfitti del tutto. Basterebbe un’esperienza come quella di “Isolati”, per scoprire tutti noi l’animale che è in noi.

Il ruolo delle donne nel tuo romanzo.

Il ruolo della donna in “Isolati” è centrale, essendo Avril l’unica donna presente sull’isola, insieme a cinque compagni uomini. Riacquista quindi nolente o volente il ruolo della “dea madre”, molto lontano (per fortuna) dalla condizione di donna nella civiltà. Lì assume con forza e resilienza il ruolo di madre, amante, amica duplicandolo, al fine di mantenere l’equilibrio nel gruppo. Nonostante possa sembrare una vittima succube, è il personaggio che dimostrerà più forza.

Al giorno d’oggi, gli adolescenti vengono allevati in famiglia, ma dis/educati dai social. Nella grande maggioranza dei casi, purtroppo! Sei d’accordo?

Assolutamente sì, lo vedo anche attraverso i miei due figli di 14 e 16 anni. I valori e l’educazione della famiglia oggi, viene messo in ombra molto di più dall’influenza esterna, quali i social, rispetto a un tempo. I social inducono a una cosa secondo me molto preoccupante: tendono a uniformare tutti, tutti uguali, senza più una propria personalità e pensiero. Questa è la mia opinione. Da genitore si fa molta fatica a svuotare le loro menti da infinite e stereotipate sciocchezze.

Anche la tecnologia sfrenata isola le persone, le rende impedite e refrattarie alla comunicazione, accentua l’insofferenza verso gli altri. Sbaglio?

Sì, è vero anche questo, in parte. L’uso di questi Smartphone con all’interno letteralmente “il mondo”, porta questi giovani a non avere più la necessità e l’interesse di guardarsi attorno, dove il vero mondo pulsa.

Quali autori ti hanno incantata? Di quali ti sei innamorata e non ne faresti a meno?

Alessandro Manzoni, Stephen King, Ken Follet, Saramago, Hosseini, Tolkien… I primi…

Hai un sogno nel cassetto?

Il mio grande sogno sarebbe quello di poter vivere di scrittura e vedere i miei romanzi tradotti e perché no, qualcuno diventare un film.

Hai già pensato al prossimo libro?

Per ora ho appena terminato il mio terzo romanzo, un thriller. Per il quarto non c’ho ancora messo la testa, ho un’idea che mi balza per la testa e che mi piace un sacco: si tratta di un drammatico. Ma a questo punto non so se dare precedenza a un possibile proseguo di questo thriller appena ultimato.

Cosa speri per il futuro?

Per il futuro? È molto semplice, che si realizzi il mio sogno detto prima: vivere di scrittura.

Ecco un’autrice che con coraggio ha deciso di intraprendere la strada dell’autopubblicazione! Complimenti Iris: facciamo tutti il tifo per te!

Michela Tanfoglio

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