In un periodo di crisi economica, come ormai da anni stiamo vivendo per vari motivi che si sono succeduti nel tempo, è bello conoscere la storia della nascita, nel nostro passato industriale, di una delle tante industrie italiane ancora presenti oggi sul mercato, fondate sul valore, la creatività e la lungimiranza di uomini e non solo di macchine.

Questo emerge dalla lettura del romanzo oggetto di questo articolo, la storia della famiglia Menabrea, famiglia di birrai di biella, che posero le basi della loro attività sin dal ‘18.

“I Giganti” appunto come li definisce lo scrittore, “non le montagne altissime presenti nella zona ma i fondatori della fabbrica”.

TRAMA
La Salita dei Giganti, i Giganti, come li chiama Carlo Menabrea, sono le vette del Monte Rosa, Monte Bianco e Cervino. Ma Giganti sono anche Giuseppe Menabrea, padre di Carlo, Carlo ed Emilio Thedy, futuro marito di Genia, figlia di Carlo, anch’egli proveniente da una famiglia di birrai.

I Menabrea erano mercanti montanari che nel 1500 vendevano tessuti e mercanzie da una città all’altra, e la birra nata secondo una leggenda da un’idea di una donna egiziana, che in un primo tempo veniva prodotta in casa. Poi il nonno Giuseppe, un visionario per l’epoca (siamo a metà dell’800), fece nascere il birrificio più antico d’Italia, a Biella.

PERSONAGGI
Eugenia Menabrea, detta Genia per distinguerla dalla madre anch’essa di nome Eugenia (figura apparentemente mite ma chiamata a prendere in mano le redini della fabbrica giovanissima) anche lei, è la protagonista del libro ed attraverso la sua vita veniamo a conoscenza della storia e del mondo della birra.

La troviamo bambina all’età di sei anni all’inizio del romanzo che segue le orme del nonno, mastro birraio, dopo aver abbandonato l’attività legata ai tessuti, che cerca di incamerare tutti i segreti del mestiere prima della sua morte. E’ la seconda di tre sorelle: Albertina, la più grande, gracile a cui resta molto legata fino all’adolescenza, e Maria la piccolina.

Manifestando intraprendenza, indipendenza ed un forte carattere, seguirà il padre che la inizierà e le farà conoscere le abitudini di quel mondo, come prescelta tra le sorelle.
Ma la scomparsa prematura a soli 38 anni del papà segnerà la sua vita. Sposerà un ragazzo nato nel suo mondo con il quale condividerà la crescita della fabbrica fino a che il tragico destino si abbatterà nuovamente su di lei.

AUTORE
Francesco Casolo, nato a Milano nel 1974, appassionato di viaggi e natura, è docente di storia del cinema presso lo IED (Istituto Europeo di Design). Ha collaborato con Ali Ehsani (afghano fuggito dal suo paese con insieme al fratello Mohammed, dopo avere perso genitori e casa, alla ricerca di un futuro migliore) scrivendo insieme “Stasera guardiamo le stelle” (lettura che tra l’altro vi consiglio) da cui è stato tratto il pluripremiato cortometraggio Baradar. Ha scritto altri libri con Robert Peon.
L’idea di questo romanzo, come racconta l’autore, è nata dopo un incontro con una guida di Gressoney che ha stuzzicato l’interesse sulla storia della nascita della birra.

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