L’anno scorso vi ho consigliato la lettura del libro “Il treno dei bambini”. Quest’anno invece parliamo de “L’Arminuta”, di Donatella Di Pietrantonio, vincitore del Premio Campiello nel 2017 e di altri premi (Napoli ed Alassio Centolibri). Seppur in un contesto diverso ci sottopone sempre la storia di una ragazzina e del rapporto con la figura materna, naturale o adottiva che sia, e dell’impatto che crea sulla sua personalità.
Da questo libro nel 2021 è stato il film per la regia di Giuseppe Bonito, che nel 2022 ha vinto il David di Donatello per la migliore sceneggiatura non originale, ed una piece teatrale messa in scena dal Teatro stabile d’Abruzzo.
TRAMA
L’Arminuta, che nel dialetto abruzzese significa la ritornata, è una ragazzina di 13 anni, fino ad allora vissuta in città nell’agiatezza, circondata di affetto dei genitori adottivi, ritornata dall’oggi al domani, nella sua famiglia di origine, poverissima, con tanti fratelli, con genitori troppo concentrati sulla quotidianità (in altre parole impegnati a mettere insieme il pranzo con la cena), incapaci di trasmettere amore ed affetto.
Questo cambio nella sua vita, dalla città al paese, dall’agiatezza alla miseria, dall’italiano al dialetto, la disorienta,
Cerca risposte, che altri conoscono, al mistero della sua storia, anche se il passato roseo vissuto nell’infanzia si ripresenta con vestiti, mobili e regali che però non colmano il suo senso di vuoto, la mancanza di affetto e l’abbandono delle due madri, quella naturale, che l’ha ceduta all’età di 6 mesi, e quella adottiva che l’ha rispedita indietro come un pacco.
Verrà salvata dalla sua professoressa di lettere, che considerate le capacità della ragazzina, si batterà per farla studiare al liceo in città, dove troverà nuovi affetti e vecchie amicizie. Ciò le consentirà di realizzarsi e ormai adulta le consentirà di narrare il suo passato doloroso, la sua resilienza cercando di indirizzare al meglio il suo amore e toccando il tema della maternità, focus centrale nel libro. Mamma un sostantivo femminile che a lei non dà più nulla.
PERSONAGGI
Il personaggio principale è l’Arminuta, di cui non conosciamo il vero nome perché non viene mai citato. E’ una ragazzina di 13 anni vissuta fino a questa età in un mondo ovattato circondata da affetti (genitoriale ed amicale), con buone scuole, buoni amici, sport e quanto si può desiderare a quell’età, ma che di punto in bianco viene catapultata in un nuovo mondo, contadino, povero. Scoprirà l’esistenza di una madre naturale, una famiglia con tanti fratelli da cui era stata allontanata per avere la chance di una vita migliore. Ne emerge una storia familiare toccante, con risvolti psicologici, con focus come detto prima sulla maternità e sui rapporti familiari. Intorno a lei ruotano la madre adottiva, Adalgisa, di cui però non voglio svelarvi nulla, e la sorella Adriana, una ragazzina di 10 anni, ma già adulta che le farà da guida e “angelo custode” nell’affrontare il nuovo mondo.
AUTORE
Donatella di Pietrantonio nasce nel 1962 ad Arsita (TE). Nel 1986 si è laureata in odontoiatria ed attualmente esercita la professione di odontoiatra pediatrica a Penne (PE) dove vive con la sua famiglia.
Il suo primo libro è uscito nel 2011: “Mia madre è un fiume” vincitore del Premio letterario Tropea, a cui sono seguiti:
Nel 2014 Bella Mia vincitore del premio letterario internazionale Penne-Mosca e Brancati
Nel 2017 l’Arminuta di cui vi abbiamo già indicato i premi vinti
Nel 2020 Borgo Sud candidato al Premio Strega e vincitore del premio letterario Basilicata.

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