Di Fulvia Quinci – Guardare il video del ‘BULLETTO’ che grida in faccia al professore con tutta la rabbia che ha dentro intimandogli di inginocchiarsi ai suoi piedi e che gli continua a ripetere “CHI è che comanda? CHI è che comanda, prof? Non mi faccia incazzare!!!”, mentre gli altri alunni ridacchiando divertiti riprendendo la scena mi ha indignato non poco, ma soprattutto mi ha fatto pensare tanto.
Avendo due figlie adolescenti, e frequentando le riunioni scolastiche, sono abbastanza informata su quello che è diventata la scuola nell’ultimo decennio. La scuola è diventata un #covo di #briganti. Ragazzini e ragazzine psicolabili, frustrati, arroganti ed egocentrici, maleducati fino all’eccesso ma soprattutto ignoranti.
Ce ne sono tanti in classe oserei dire quasi troppi. Abbiamo tutti quanti collaborato a crescere una generazione di idioti. Non siamo stati capaci ad insegnare loro delle regole di civile convivenza, soprattutto quella del rispetto verso l’autorità e il lavoro altrui.
Perchè il professore in classe va per lavorare, anche se più che un lavoro, oserei dire è una MISSION IMPOSSIBLE. Il suo lavoro è insegnare la sua materia e fare in modo che gli allunni la apprendano.
Questo va a fare il professore a scuola ed è chiaro a tutti.
Invece ciò che non è chiaro agli studenti è che loro  vanno a scuola per istruirsi e per imparare e dovrebbe essere una loro libera scelta se voler studiare oppure no. A mio avviso invece parecchi vanno a scuola perchè si fa o perche lo fanno gli altri quasi stessero facendo un favore ai genitori, e non hanno capito che la scuola non è un bene di consumo come un maglione od un paio di scarpe che posso trattare come piace e pare a me.
La scuola è un posto dove ci si dovrebbero scambiare informazioni, nozioni, idee, dove si imparano le materie, dove si impara a parlare, dove si può osservare il mondo circostante con occhio critico e dove per prima cosa ci si deve rispettare e si devono rispettare le regole di una comunità civile.
Invece per alcuni la scuola è il cestino della spazzatura, dove buttare rabbia, disprezzo, cattiveria, presunzione ed arroganza. Si va a scuola per assumere il ruolo del leader, del capo, del pavone del ‘guardatemi cosa son capace di fare’. E piu assumi tale strafottente atteggiamento più gli altri ti esaltano.
Ora, io credo che questi ragazzi che adorano mettersi in mostra malamente, non lo facciano solo fuori casa, ma lo facciano anche in casa dove probabilmente sono abituati ad avere tutto, a consumare oggetti, cibo, bevande, sigarette ed anche i genitori.
Si loro consumano anche i genitori che intontiti dalla tv spazzatura ,dai media dalla pubblicità farlocca, crescono i figli compando, comprando e comprando tutto quello che si trova sul mercato. Zainetti Ispak, scarpe costosissime, tanto sono tutte made in Bangladesh, ma forse lo ignorano, telefonini ultima generazione, motorini, macchinette e tutto il resto, per far si che ai loro ragazzi non manchi nulla.
Semplicemente, questi genitori non si accorgono che con tutto il loro affanno nel dare i beni materiali, non hanno fornito ai figli la cosa piu preziosa: la loro PRESENZA, la loro GUIDA  e la cosiddetta EDUCAZIONE.
EDUCAZIONE dal latino Educère,vuol dire tirare fuori. Cosa si dovrebbe tirare fuori dai nostri figli?
Le POTENZIALITA’ personali e le energie positive, la POSITIVITA’, la voglia di crescere imparando a rispettarsi ,la voglia di saper apprezzare i doni degli altri, la voglia di circondarsi di gente migliore, la voglia di progettare il futuro, la voglia di apprezzare quanto ci sta di bello nel nostro pianeta, la natura, gli alberi, i fiori, il mare e le montagne, gli animali, e anche gli essere umani, nella loro molteplicita di razze e lingue differenti, ovviamente non tutti perfetti.. Ma educare significa anche far crescere responsabilita’ ed autonomia  nel ragazzo, sempre nel rispetto di se stesso, di ogni cosa e di ognuno.
CREDO CHE LA MIA GENERAZIONE ABBIA ENORMEMENTE FALLITO in QUESTO RUOLO. NON SIAMO STATI IN GRADO DI EDUCARE I NOSTRI FIGLI, ma quantomeno certi genitori dovrebbero passarsi una mano sulla coscienza e cercare di riparare il danno, chiedendo fortemente scusa agli insegnanti.
ANCORA NON SENTO NESSUN PADRE O MADRE DEL BULLO DI SCUOLA, CHIEDERE SCUSA PER CIO ‘ CHE HA FATTO IL FIGLIO NEI CONFRONTI DEL PROFESSORE.
NE SARANNO CAPACI?
Oppure si deve tornare ad EDUCARE I GENITORI delle ultime due generazioni?
IO CREDO SIA NECESSARIO FARLO.
FULVIA QUINCI
fonte foto : http://www.teleaesse.it/

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