Se fate una passeggiata in centro, zona Campo de’ Fiori, dietro la piazza del Monte di Pietà, in via di S. Paolo alla Regola 16, vi troverete davanti ad un edificio, Palazzo Specchi, sede di una biblioteca comunale per ragazzi ed ai piani superiori case private.
Vi chiederete cosa vi sia di insolito in ciò.
Entrando nel cortile, sulla sinistra c’è una porta che vi condurrà magicamente a ritroso nel tempo; circa nel 200 dopo Cristo.
Ci troviamo, scendendo le scale, di quasi due piani – per circa 8 metri – nelle case romane di San Paolo alla Regola.
Siamo nell’area di S. Paolo alla Regola, nome che forse deriva dall’idea che S. Paolo abitò qui quando era a Roma, mentre regolae deriva dalla parola “rena” (sabbia).
Siamo infatti in prossimità della riva sinistra del Tevere, la cui sabbia qui si accumulava dando vita ad una spiaggia esclusiva.
In questa area, ci sono un insieme di fabbricati di proprietà del Comune di Roma e, fra il 1978 ed il 1982, vennero effettuati dei lavori di restauro che portarono – incredibilmente – alla luce resti di strutture di età romana; due piani nel sottosuolo (quelli oggi visitabili) e due sopra in parte già restaurate le Medioevo.
Questi ambienti, databili tra il I ed il XIII secolo, hanno subito varie trasformazioni, anche d’uso, in relazione all’imperatore in carica al momento.
Agrippa fece costruire quello che oggi è Ponte Sisto e tutto un reticolo di strade che collegavano al Tevere.
Sotto Domiziano furono creati gli Horrea Vespasiani, un complesso di magazzini posti su strade e vicoli paralleli al fiume (anche questi ambienti oggi sotto le case), per il deposito di derrate alimentari che, attraverso il fiume, arrivavano a Roma da tutto l’impero.
Sotto Severo, invece, ci fu una ulteriore trasformazione. In particolare sotto Palazzo Specchi, accanto e sopra i magazzini, vennero creati ambienti per uffici ed abitazioni fino al quarto piano.
Successivamente vi fu un grosso incendio che distrusse gli ambienti, ma sotto l’imperatore Costantino vennero ristrutturati per poi essere abbandonati dal V secolo in poi.
Questi locali, in stato di abbandono, subirono crolli, alluvioni, deposito di materiali di scarico che portarono al livello di quello odierno.
Dall’XI secolo in poi, vennero costruiti, sulle strutture antiche, nuovi edifici tra cui una casa-torre in laterizio e fitte case che costituirono la base per lo sviluppo del palazzo rinascimentale.
Oggi, nel sottosuolo, al livello più basso sono visibili due grandi magazzini di epoca domiziana.
Nel livello intermedio detto “della colonna”, si può ammirare appunto una grande colonna in laterizio in quello che era già un cortile lastricato.
Salendo arriviamo all’età severiana con magazzini che si aprivano su un ampio cortile, all’epoca finemente decorato.
Più sopra, al primo livello, ci sono due ambienti in cui sono ancora visibili pavimenti a mosaico con tessere bianche e nere che costituivano il piano superiore degli originari magazzini.
L’unica pecca di questo luogo è che per i privati singoli cittadini l’accesso è consentito solo in pochissimi giorni l’anno, secondo un calendario redatto dalla Sovrintendenza.
Ciò sia per preservare il luogo sia per il ridotto personale di custodia. In alternativa dovete appoggiarvi a qualche associazione culturale che può prenotare come gruppo.
Michela Tilli