Rimini, 23 agosto. Il riscatto delle donne può avvenire per mezzo dello sport e la tenacia delle donne unita al loro coraggio potrà addirittura far evolvere oltre allo sport l’intera società nazionale.

Se n’è parlato a Rimini durante il 40mo meeting dell’amicizia fra i popoli nel corso del convegno “Sport al femminile: l’altra metà del cielo in prima pagina”, che alla presenza di donne dello sport riunite di fronte a un folto pubblico è stato moderato da Conchita Sannino, giornalista di La Repubblica.

Molto interessanti sono stati gli interventi di Valentina Vezzali, dirigente della federazione italiana scherma e pluricampionessa olimpica, Carolina Visca, atleta in forza alle Fiamme Oro e campionessa italiana di lancio del giavellotto, della dottoressa Anna Maria Nastri, nuova figura presente nello staff della Lazio del presidente Lotito e di Francesca Schiavone, vincitrice del Roland Garros nel 2010, che In collegamento streaming ha scaldato i presenti con la sua proverbiale passione.

Queste le parole della dott.ssa Anna Maria Nastri, uno tra i migliori acquisti della Lazio di quest’anno:

“Provengo da 36 anni di esperienze nel mondo dei media e della finanza e il presente Lotito mi ha chiamato per dare il mio contributo alle riforme di cui a suo avviso il calcio ha bisogno. Per me è un grandissimo onore, oltre che un onere.

Entrando nel calcio ho preso innanzitutto in considerazione i suoi problemi e una prima soluzione non può che non arrivare dall’investire sullo sport giovanile, sulla loro formazione e il proseguo nella vita post carriera, anche perché pensano tutti alle luci della ribalta ma sono in pochi che le vedranno.

Secondo poi ci siamo posti il problema di cosa potranno fare dopo il termine di carriera quegli atleti che diventano campioni. Noi ce ne stiamo occupando aprendogli future carriere come allenatori, dirigenti, imprenditori, pensando anche al calcio femminile sul quale il presidente Lotito sta investendo molto.

QUANTO AL TEMA ODIERNO, SPERO CHE IN UN FUTURO A BREVE TERMINE CI SI APRA, CON LA CONSAPEVOLEZZA CHE NOI DONNE SIAMO DIFFERENTI CARATTERIALMENTE DAGLI UOMINI PERCHÉ INNANZI TUTTO SIAMO FATTE TUTTE DI UN PEZZO.

Io sono fermamente convinta che gli uomini e le donne possono e debbono lavorare insieme, traendo con le giuste competenze i valori dell’uno e l’altro sesso nel contesto di un intercscambio reciproco proteso a un comune progresso.

MEGLIO INFATTI IMPREZIOSIRE UN QUALUNQUE AMBITO DOTANDOSI DELL’AUSILIO DI UNA DONNA IN GAMBA, PIUTTOSTO CHE DI UN TERZO DI PRESENZA SPESSO INADATTA solo perché rappresentativa in termini di immagine e marketing.

PENSO EVIDENTEMENTE ALLE ‘QUOTE ROSA’ CHE CI DISCRIMINANO E ESSENZIALMENTE FUNGONO DA LAVACRO DELLE COSCIENZE E DELL’OPINIONE PUBBLICA senza tenere conto che noi donne esprimiamo e ci impegniamo quotidianamente in un lavoro assai duro tendente a concretizzare i nostri ideali che va valorizzato.

Per motivazioni etiche e per cultura e retaggio naturali non scendiamo a patti con nessuno: noi non cediamo a ricatti e compromessi; non ci risparmiamo e a differenza degli uomini, più cinici e calcolatori in tutto, siamo forti, determinate e coraggiose.

Noi non facciamo passatemi il termine ‘politica’, ma andiamo dritte allo scopo lavorando e sacrificandoci senza venderci perdendo la nostra integrità morale che per noi non è un ideale utopistico ma un modo di vivere, essere e pensare.

Abbiamo solo bisogno di opportunità e il presidente Lotito mi ha dato un ruolo importante, favorendo da parte mia una strada in discesa. Per merito del presidente, che è un lungimirante e un innovatore che ha dimostrato concretamente di essere al di fuori da schemi prefissati e di voler rimanere lontano dai consueti stereotipi, abbiamo aperto una strada nel deserto non solo alla Lazio ma nello sport in generale.

INVITO PERTANTO GLI UOMINI A PRENDERE ESEMPIO DAL MIO PRESIDENTE E TUTTE LE DONNE AD ESSERE DETERMINATE, MA SOPRATTUTTO UNITE PER ANDARE AVANTI SAPENDO CHE PER NOI È SEMPRE PIÙ DIFFICILE GESTIRE I NOSTRI RUOLI.

Concludo il mio intervento parafrasando il titolo di un inno della Lazio che è stato composto dal maestro Francesco Scarcelli: non dobbiamo mollare mai!”.

La Lazio come sempre lungo la sua storia ultracentenaria fa da apripista e il suo valore è stato impreziosito da una sfida, l’ultima in ordine di tempo, che il presidente Claudio Lotito ha indubbiamente vinto.

A Lotito va infatti indubbiamente attribuito il merito di aver inserito in organico allo staff dirigenziale una professionista, Anna Maria Nastri, con un trascorso importante e trentennale che ha portato alla Lazio al fine di favorire l’evoluzione del calcio e dello sport italiano, e valorizzare, implementare, impreziosire il management biancoceleste.

Potenzialità finora inespresse che ben comprese e potenziate dal presidente Lotito indicano chiaramente che non potrà esserci alcuna evoluzione se non cominciando a considerare che il futuro sport italiano passa dalle donne, la cui capacità di spinta è dimostrata dal loro apporto che in ambiti sociali, professionali e sportivi esprimono o almeno tentano di esprimere dimostrando indubbiamente di possedere una marcia in più.

Lo dicono in pochi ma i numeri e le statistiche dei trofei vinti sono chiari e almeno nello sport le donne italiane hanno surclassato gli uomini, il sesso debole dello sport. E diciamolo. Nel nuoto, nel tennis, nella scherma, nel tiro con l’arco, nello sci, il calcio, il softball e l’atletica leggera non c’è disciplina dove le donne non vincano ormai da anni e anni medaglie e piazzamenti, mentre gli uomini addirittura faticano a qualificarsi alle batterie. Perchè? È una domanda retorica, ovvio.

È una questione legata al carattere, alla grinta e alla fame che hanno le ragazze. Ragazze abituate a competere, a farsi largo onestamente e con i sacrifici per vincere con merito nella vita prima ancora che in pista, oltre che capaci di interpretare il ruolo fondante che attiene alle donne all’interno della società tramite grandi e importanti prestazioni in ogni ambito della vita.

Donne atlete che spesso sono anche mogli e mamme che a suon di risultati stanno riscattando e infondendo in tutto un mondo bistrattato la loro linfa tramite l’ausilio di energie atomiche e siderali finora sminuite e ostacolate, maltrattate e avvilite da un sistema a oggi maschilista, anzi machista, tendente a sconfiggere l’avversario migliore di turno semplicemente impedendogli sia lo sviluppo che il confronto.

Le donne purtroppo non sanno bene rappresentarsi e sopratutto farsi rappresentare e questo è a mio avviso il loro handicap diretto peggiore, nello sport probabilmente il più letale, del resto le donne leggono più libri e anche a differenza di molti uomini li comprendono.


Sia rispetto alle altre donne che sopratutto nei confronti degli uomini molte atlete, dirigenti e campionesse riescono ad esempio a far convivere armoniosamente la propria anima di sportive, di madri e di mogli ottenendo medaglie sia in campo che nella stessa vita. Un esempio senz’altro da seguire. Loro sono più rapide nelle decisioni, sono sempre sul pezzo pronte a colpire per retaggio naturale.

Chi l’ha detto ad esempio che nella preistoria fossero gli uomini ad andare a caccia e non le donne? Gli studi forse? Quali studi? Quelli che a seguito di nuove scoperte sono superati da evidenze scientifiche che li rendono anacronistici e inattendibili? Quali studi? Quelli che ritenevano le donne inferiori all’uomo fino appena a un secolo fa? Un po’ come i neri e gli ebrei?

Lasciamoli perdere certi studi, ma piuttosto investiamo sulle ragazze: la metà più bella del cielo! Le uniche che già da parecchio tempo ci fanno commuovere, emozionare e cantare tutti insieme a una sola voce per la prima volta nella storia tricolore: fratelli (e sorelle) d’Italia, l’Italia (femminile) si è desta e dell’elmo di Scipio si è cinta la testa (e nessun uomo glielo toglierà più).

STEFANO LESTI, DIRETTORE RESPONSABILE SPORT12.IT

(Fotografie di Stefano Lesti)

Nell’immagine di copertina da sinistra a destra: Carolina Visca Valentina Vezzali Conchita Sannino e Anna Maria Nastri

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