INTERVISTA A STEFANO LESTI – DI GIUSEPPE SESTO

Stefano, innanzitutto complimenti per il tuo lavoro. Di cosa parla il tuo saggio? Perchè a tuo avviso la storia del litorale romano è così importante da scriverci un saggio?

Nel mio saggio: “OSTIUM E PORTUS DALLE ORIGINI ANTICHE ALL’ETÀ MODERNA”, con la prefazione di Gianni Maritati, edito da IMFO nel 2019, ho voluto raccontare il percorso umano, naturalistico e urbanistico di una città romana di oltre duemilacinquecento anni e del suo territorio ancora più antico e legato all’affascinante epopea dell’Impero romano e all’avvento dell’ebraismo e del cristianesimo in Italia e in Europa”

Beh, 2500 anni non sono poca cosa da raccontare. Posso chiederti come hai proceduto nella narrazione?

Addentrandomi nella ricerca di testi, fonti documentarie e storiche ho seguito per la stesura l’ordine cronologico degli avvenimenti più importanti che ne hanno progressivamente costituito il percorso per sottolinearne i passaggi fatali, facendo ampio riferimento agli studi e alle più recenti scoperte archeologiche con particolare attenzione al rapporto che lega il Tevere al litorale di Roma

Pochi sono a conoscenza del legame tra Roma, il Tevere e il mare.

In effetti si usa scindere Roma da Ostia, come se Ostia e Fiumicino fossero due realtà a parte. In realtà, il litorale romano è strettamente legato alla foce e al passaggio del fiume, a quel naturale fluire che in passato è stato la più ampia e pratica via di comunicazione e di commerci, quindi di crescita e di ricchezza, tra il “Mare nostrum”, le paludi costiere e l’entroterra fino a Roma.

Il fiume ha impresso con la sua poderosa forza naturale modificazioni del terreno che hanno influito nel corso dei secoli sull’evoluzione sia degli insediamenti umani che dell’economia tanto da stabilire la nascita, lo sviluppo e i maggiori fasti dell’antica Ostia, e anche il suo declino fin dall’ottavo secolo d.C., in conseguenza dei mutamenti del suo corso a causa delle correnti marine e fluviali che in diversi periodi ne impedirono sia la navigabilità che il transito di merci.

Il fiume sacro a Romolo e agli antichi è testimone silenzioso dei secoli d’oro, ma anche di quelli bui di Roma, ed era chiamato anticamente Albula, poi Thybris e infine Tiberis.

L’antico idronimo del fiume era Albula per la tradizione in riferimento al colore chiaro delle acque bionde. Rumon fu un altro nome di origine etrusca dato al fiume, e da molti studiosi è collegato al nome “Roma”. Il nome attuale, Tevere, deriverebbe secondo la tradizione dal re latino Tiberino Silvio, che vi sarebbe annegato. Mentre secondo Virgilio già gli etruschi lo chiamavano Thybris.

Grazie Stefano. Speriamo che la tua opera possa essere d’ausilio sia ai giovani e agli studiosi e appassionati della storia di Roma che all’Unesco, al quale è stato chiesto di inserire nel novero del patrimonio mondiale il Parco Archeologico di Ostia Antica e Portus.

Prego, ce lo auguriamo tutti.

(NELLA FOTO DI CRISTIANO LOLLOBRIGIDA STEFANO LESTI E GIANNI MARITATI DURANTE LA PRESENTAZIONE DEL SAGGIO AVVENUTA AD OSTIA NELLO SCORSO MESE DI NOVEMBRE)

Il link con l’intervista radiofonica a Stefano Lesti che illustra il suo saggio realizzata da Gianni Maritati: https://www.radiopiu.eu/podcast/parole-in-onda-ostium-e-portus/

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