S.L. Carlo, tempo di inattività agonistica, tempo di bilanci. La S.S. Lazio 1900 Taekwondo è tra le società sportive più giovani ad essere entrata a far parte del Sodalizio biancoceleste, se non erro tre anni fa. Ciò nonostante ha cominciato fin dagli albori a distinguersi e a caratterizzarsi vincendo trofei, attirando la stima degli avversari e soprattutto da parte di tantissimi giovani. Qual’è il vostro segreto? Il segreto del successo?

C.C. “Più che di segreti parlerei di ingredienti, di componenti, pertanto la passione per il nostro sport, l’attaccamento alla maglia e alla società nonchè il senso di appartenenza, l’identità che ci sono propri e hanno fatto si che qui da noi, tutti si sentano parte di una famiglia, sono le qualità che ci caratterizzano. E non sono parole pronunciate così, alla leggera, credimi Stefano. Noi, infatti, ci sentiamo ciascuno nel proprio ruolo: dirigenti, maestri, psicologi e atleti, come le diverse voci appartenenti a un coro polifonico. Un coro dove ognuno di noi armonizzando con l’altro e mettendosi a disposizione di una unità, di una comunità, diventa insieme agli altri finanche capace di intonare inni e canti che fino adesso, grazie a Dio, ci stanno vedendo trionfare spesso non nei concerti e nelle gare canore, ma in tutte le competizioni nelle quali gareggiamo”.

S.L. Che cosa significa per te, per voi il termine “Lazialità”?

C.C. Vedi, solo a sentirti pronunciare “Lazialità” mi vengono i brividi. Non si può spiegare a parole cosa significa essere parte di un sogno, di un ideale, non si può spiegare il significato di un’eredità di valori sportivi e umanistici cotanto grande… E nemmeno esprimere l’onore, l’orgoglio e la responsabilità di indossare i colori della bandiera di Grecia unitamente a portare nel petto e dentro al cuore l’aquila delle legioni di Roma antica; quel simbolo grazie al quale ovunque andiamo ci identificano immediatamente, ovunque, anche in mezzo a mille persone… indipendentemente dallo sport che si pratica… Dunque la Lazialità non la puoi spiegare ma soltanto onorare. Onorare, nel miglior modo possibile e magari raccontare, ma come soltanto i poeti e gli scrittori sanno fare!”

S.L. Provaci anche tu che quanto a sensibilità non mi sembra hai carenze…

C.C “Beh, si potrebbe raccontare ma come si raccontano le favole ai bambini… Magari partendo dal quel 9 gennaio 1900, quando seduti su di una panchina in piazza della Libertà, nove ragazzi romani danno vita all’Idea “Lazio”. L’intuizione è stata semplice: permettere alla gente del popolo, a prescindere dal ceto sociale e dal sesso, di poter praticare sport. Nasce così la Società Podistica Lazio e nasce la Lazialità che nel tempo fa proseliti e si accresce con la passione di chi ne resta rapito.

Infatti il podismo va stretto all’Idea Lazio, ben più visionaria e così, fin da subito, questa neonata società sportiva allarga i propri orizzonti cominciando a praticare, nel giro di pochi mesi anche il nuoto, il canottaggio e il calcio, e poi il ciclismo, il rugby, il baseball e da allora, fino ad oggi altre settanta sezioni impegnate in oltre ottanta discipline sportive al fine non solo di praticare, ma soprattutto di onorare lo sport, tutti gli sport, a cominciare dall’insegnarne contestualmente, forse in modo, maniera e ambizione prioritaria i suoi valori originari. Valori che senz’altro onorano anche Roma e l’Italia, oltre all’Europa intera”.

S.L. Niente di più vero. In pochi anni gli sport aumentano sempre di più ma si spazia anche nel sociale e nell’impegno civile. La S.S. Lazio ha meritato diverse onorificenze, tra le quali, unica società sportiva italiana, il Collare d’Oro al merito sportivo.

C.C. “Si, e possiamo andarne ben fieri! Durante la Prima Guerra Mondiale, ad esempio, furono in molti tra gli atleti biancocelesti ad essere partiti per il fronte e a non essere più tornati, portando la Lazio ad essere eretta ad Ente morale stabilito da un Regio Decreto nel 1921”.

S.L. Una storia straordinaria che bisognerebbe conoscere e senz’altro ammirare anche se non si fa il tifo per la Lazio…

C.C. “Si, una storia costellata di trionfi ma anche di sofferenze e delusioni, di salite, discese a picco, di arrampicate e di cadute fatali che non ci hanno mai piegati, tutt’altro, ci hanno infuso forza, coraggio, disciplina e ardimento spinti ai massimi. Basti ricordare che nel 1926 la Società Podistica Lazio cambia denominazione in Società Sportiva Lazio. Dopo 26 anni di attività, quel “podistica” è ormai troppo limitato per definire una società che pratica numerosi sport. La Lazio cresce sempre di più e l’anno successivo entra a far parte della famiglia anche il rugby. Nel 1927 la Lazio è la prima squadra di rugby italiana.

Da allora, la S.S. Lazio diventa sempre più grande ottenendo l’orgoglioso titolo di polisportiva più grande d’Europa, oltre ad esserne la più antica. Nelle proprie fila, la Lazio ha avuto campioni del calibro di Fausto Coppi (il più grande ciclista italiano di tutti i tempi), Silvio Piola (il più grande calciatore italiano di tutti i tempi) e Giulio Glorioso (il più grande giocatore italiano di baseball di tutti i tempi).

Oltre ad avere avuto numerosi tra campioni olimpici, mondiali ed europei, oltre una cinquantina di titoli nazionali, 600 titoli individuali ed oltre 1000 titoli giovanili.

77 sezioni ad oggi, con oltre 10mila atleti di ogni nazionalità, sesso ed età, ma anche con diverse abilità come la sezione handbike, il basket in carrozzina ed il bowling, il quale annovera tra le proprie risorse umane e sportive numerosi “ragazzi speciali” che vincono trofei e esaltano il nostro Sodalizio in ogni dove, quasi ad affermare: “Ovunque poso il piede è Roma!”.

S.L. Grazie maestro. Vuoi dire una ultima cosa ai laziali?

C.C. Si, grazie: CHI AMA LA LAZIO VIENE ALLA LAZIO, CHI NON CONOSCE LA LAZIO IMPARERÀ AD AMARLA!”.

(Nella foto scattata da Ketty Tempesta, presidente della S.S. Lazio 1900 Taekwondo, Carlo Cellucci e Antonio Buccioni, presidente generale della S.S. Lazio)

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