S.L. Ciao Daniela, innanzitutto complimenti sia per la tua opera che per il coraggio con cui hai saputo affrontare un argomento delicato che ahi noi sta tornando di grandissima attualità, ammesso che la sua gravità, il suo impatto soprattutto nelle periferie delle grandi città abbia mai registrato tempi migliori. Di cosa parla il tuo libro?

D.C. “Grazie Stefano. Questo mio libro è non solo un semplice racconto autobiografico, è anche un documento che racconta senza giri di parole o eufemismi il dramma della droga e della malattia; è un libro che, con mordaci emozioni, riesce veramente a veicolare la sensibilità del lettore sull’argomento.

La semplicità della trama invoglia il lettore a leggere e conferisce una realistica descrizione del contatto con la droga. Come hai detto tu, la materia è molto delicata ed è lecito, anzi doveroso innanzitutto porsi la questione che è altrettanto delicato tutto ciò che viene taciuto o non considerato.

La prevenzione rappresenta, come sappiamo, l’unico rimedio efficace contro l’HIV, quello che importa è estirpare il male alla radice evitare droghe e utilizzare il profilattico. La sieropositività è un bel colpo alle nostre esistenze, sicurezze nel volersi incontrare e frequentare.

L’educazione alla salute, sulla sessualità, sull’HIV e sulle malattie trasmesse sono un valido investimento. Sono contenta di essere riuscita, nonostante il dolore che non m’ha mai abbandonato, a scrivere di momenti terribili che sono stati rivissuti con infinita serenità.”

S.L. Chi è o chi sono i protagonisti del tuo racconto?

D.C. “Questa è la storia di Christian, un ragazzo tossicodipendente, sieropositivo che conclude la sua vita con una morte atroce con la fase terminale: AIDS conclamato. Christian un mio amico d’infanzia che mi ha coinvolto dall’intimo del mio essere, dal profondo della mia anima.”

S.L. A tuo avviso, è più semplice per uno scrittore inventare di sana pianta delle storie oppure raccontare eventi e fatti accaduti realmente al modo di un cronista?

D.C. “Beh, un conto è scrivere dei romanzi e diciamo condirli con gli ingredienti che attirano l’interesse e la curiosità dei lettori: storie di amori difficili, cadute, riscatti e via dicendo, tutto un altro trattare storie accadute, poichè è molto difficile per un autore sia discernere i propri sentimenti che soprattutto procedere al racconto con uno sguardo da giornalisti. Quando si decide di scrivere una storia, si ha sempre un canovaccio iniziale, ma quando la storia è vera, come questa, è difficile addirittura trovare un inizio appropriato ed anche scegliere il titolo, perchè il suo significato ha una grande importanza e racchiude un valore speciale.”

S.L. Infine, cosa ti ha spinto a scrivere il tuo libro?

D.C. “La motivazione principale che mi ha spinto a scrivere questo diario è stata quella di sensibilizzare le persone ad una problematica che coinvolge tutti. Purtroppo, il virus dell’HIV non si trasmette solo per lo scambio di siringhe, ma anche con fluidi corporei infetti, come il sangue, il liquido seminale, le secrezioni vaginali e il latte materno.”

Grazie Daniela, in bocca al lupo e lunga vita al lupo!

La presentazione del libro di Daniela Cococcia si terrà sabato 25 luglio alle ore 18:00 presso lo studio dell’artista e scultore Salvatore Dattolo a Dragona. All’incontro parteciperà anche Gianni Maritati, scrittore e giornalista Rai 1 cultura che presenterà il suo ultimo libro “Piccoli mondi di carta”.

Naturalmente saranno rispettate le normative vigenti relative all’obbligo di mascherine e distanziamento sociale.

La presentazione sarà condotta e moderata da Aldo Marinelli. Tra gli ospiti la recensionista Anna Rizzello e la pittrice della copertina Patrizia Alice Ferranti, mentre non potrà essere presente Stefania Schiesaro che ha realizzato i disegni interni. Tra gli interventi previsti quelli di professionisti del settore sanitario.

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