“LA REPUBBLICA PROMUOVE LO SVILUPPO DELLA CULTURA E LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNICA. TUTELA IL PAESAGGIO E IL PATRIMONIO STORICO E ARTISTICO DELLA NAZIONE”

ART. 9 COSTITUZIONE ITALIANA

Michela Tanfoglio

Montichiari è un’ordinata cittadina della provincia di Brescia, abitata da persone dedite al lavoro, da donne che non hanno mai avuto paura di rimboccarsi le maniche, da figli che iniziano fin dalla adolescenza a sostenere economicamente la famiglia. I monteclarensi sono gente pulita: non lordano i marciapiedi o le strade, non gettano pacchetti di sigarette appallottolati dal finestrino della macchina.

Tengono al territorio come alle loro abitazioni, basti vedere le numerose aiuole o le rotonde sempre curate. Dalle frazioni al centro, dai campi alle fabbriche, i monteclarensi si possono riconoscere dal dialetto incomprensibile e all’apparenza duro, dall’umorismo grasso e dalle mani consumate dal lavoro in cantiere, che durante i lunghi inverni può iniziare anche alle 5:00 del mattino.

Malgrado la nebbia, l’umidità e l’inquinamento che infesta l’aria di odori nauseabondi, Montichiari ha saputo legare i suoi figli alle tradizioni del luogo. Il sabato a pranzo da Natalino, il matrimonio al ristorante da Nicoli, il mercato del venerdì mattina con l’immancabile colazione da Boifava, il caffè al Bar Loggia, il saluto alle bariste del Green Bar; la messa della domenica, l’aperitivo estivo sul monte S. Pancrazio, le estati anni ’90 al fiume Chiese e le notti a vagare da un locale all’altro in attesa di un nuovo giorno.

L’animo di chi cresce in un paese come il nostro è pervaso dallo struggimento, dalla solitudine, dal bisogno di emergere pur rimanendo fedeli alla mentalità del posto. Tutto questo lo si può ritrovare nei nostri occhi, che nascondono segreti inconfessabili… di dominio pubblico.

Chi è nato a Montichiari lo sa: il paese sei tu e anche se ti allontanerai, sarai sempre legato mente e cuore a quel luogo, alla sua atmosfera e ai suoi valori, quali che siano.

Vorrei iniziare così questa intervista alla Libreria Mirtillo perché, per chi non lo sapesse, la sottoscritta nasce e cresce proprio a Montichiari, un luogo al quale devo la vita. Tutti incensano il loro paese natio e vi prego di scusarmi se questo preambolo sembrerà melenso, ma sento di ringraziare la comunità che, in un modo o nell’altro, ha influenzato la mia crescita.

È vero, vivo a Torino e la capitale sabauda mi ha garantito un futuro, ma il mio paese mi ha donato la vita e spero di tornarci presto e per sempre. Ciò che amo è lì e non cerco Montichiari in altri luoghi, perché so dove si trova la mia felicità: a una ventina di km da Brescia, direzione Lago di Garda.

Va bene, avete ragione, mi sono dilungata troppo!

Torniamo a Montichiari, la città delle collinette ecologiche, che di ecologico hanno poco, il paese delle banche, dei bar, della cartiera, del castello Bonoris e, udite udite, dell’Enciclopedia Treccani e di Aldo Busi. Insomma, per essere piccoli – non siamo Milano – e con le mani consumate da innumerevoli ore di lavoro, ci siamo ritagliati con onore un posto nell’Olimpo dell’editoria.

Scoprite la storia dell’Enciclopedia più antica d’Italia e leggete le numerose pubblicazioni del più grande scrittore italiano vivente. Sarebbe difficile consigliarvi qualche volume o titolo in particolare, ma ho trovato travolgente l’Atlante geo-politico della Treccani 2019, e di Aldo Busi vi consiglio di leggere Altri Abusi, Seminari di Gioventù, La signorina Gentilin dell’omonima cartoleria e Il manuale della perfetta gentildonna, esilarante opera per noi signore o aspiranti tali.

E adesso, finalmente, eccoci a tu per tu con la Libreria Mirtillo, un posto che profuma di libri, gestito con passione dalla signora Paola e da suo marito.

È un onore intervistarvi! Parlateci di voi: chi siete e come è nata la vostra attività.

La Libreria Mirtillo è nata nel maggio 2012, partendo da pochi ma curati scaffali e ampliandosi sempre più fino ad arrivare al bel negozio di oggi. La gestisco io, Paola, con il supporto e la consulenza di mio marito. La scelta di aprire una libreria tutta mia è nata dopo anni di desiderio, avendo già lavorato presso un’altra libreria. Sapevo che questo sarebbe stato il mio lavoro, l’unico che mi avrebbe resa felice.
Nel tempo sono maturata e ho imparato a evolvere, quindi nel tempo ho continuato a variare le proposte letterarie per i miei clienti; credo che un buon libraio non possa pensare di tenere la sua libreria immutata per sempre, non è concesso pensare di essere arrivati alla situazione migliore e mantenerla così, bisogna vedere i cambiamenti culturali e trovare nuove fonti di ispirazione per noi del settore e per i lettori.

Che tipo di lettori frequenta la vostra libreria?

I nostri lettori sono vari, ma la parte più ampia è composta da genitori che cercano buoni libri per i loro figli; molte coppie sono consapevoli che la lettura fa bene ai bambini già fin dalla gravidanza, leggere al bimbo in grembo può portare tanti benefici, primo tra tutti, il creare un legame affettivo con i genitori. Poi ci sono giovani in cerca di edizioni particolari, ovvero, libri che vadano oltre la classifica dei grandi numeri di vendita, e ancora docenti, appassionati di saggistica, gente in cerca di consigli per fare un regalo, ma anche chi vuole leggere il libro del momento.

Essere librai nel 2020: quali difficoltà avete incontrato in questo strano 2020?

Credo che la difficoltà più grande sia stata la comunicazione: in questo anno scandito da DPCM ogni volta da interpretare è stato difficile far capire chiaramente ciò che era concesso fare, ciò che ero in grado di fare io con i miei mezzi come, ad esempio, le consegne a domicilio, le spedizioni, gli ordini telefonici… Per qualcuno sono sembrate soluzioni ovvie, per altri invece sono state scoperte “a posteriori”, perché non era giunta loro la corretta informazione, nonostante gli appelli fatti anche attraverso i social più seguiti, perché ci sono stati momenti di confusione e scoramento generale.

In generale, quali sono i libri più venduti nel territorio bresciano e nello specifico monteclarense?

Sicuramente anche Montichiari segue molto le classifiche nazionali, non ho tenuto il conto delle copie vendute finora di Cambiare l’acqua ai fiori, dell’ultimo libro di Vespa o Ken Follett, ma poi ci sono io che propongo cose alternative ai miei lettori, case editrici indipendenti, e quindi ecco L’estate che sciolse ogni cosa e Le città di carta, oppure Crepitìo di stelle per gli adulti e il fantastico Pluk e il Grangrattacielo per bambini.

Qual è per voi il titolo che diventerà il prossimo “caso letterario”?

In questo momento sembrerebbe Finché il caffè è caldo, staremo a vedere se così sarà…

Come vi ponete nei confronti della lettura digitale?

Personalmente non mi fa impazzire, le emozioni che dona la carta sono totalmente diverse, dal punto di vista tattile, olfattivo e anche uditivo (il suono delle pagine che girano…), però non lo demonizzo, io stessa posso tramite il mio gestionale vendere ebook, anche se chi viene in libreria preferisce uscire con il libro fisico che con un link a cui accedere.

Per quanto riguarda i bambini credo che andrebbe posticipata il più possibile, il digitale non coinvolge il cervello del bambino in maniera ottimale, un utilizzo sbagliato può essere anche dannoso, quindi bisogna utilizzarla con cautela.

Leggere pare che sia un’attività fuori moda: cosa consigliereste per invogliare tutti alla lettura?

Mai come in questi ultimi mesi è stato vero il contrario: queste chiusure forzate hanno dato uno stimolo a molti facendo rivolgere le loro attenzioni ai libri, pareggiando il conto con chi invece, forte lettore, si è trovato tanto spaesato da smettere di leggere per qualche periodo. Non credo che esista una ricetta per far nascere il desiderio in tutti di leggere, ogni persona è unica e diversa dalle altre, quindi ogni persona ha bisogno dello stimolo giusto. Fondamentale è il ruolo della famiglia e della scuola perché fin da piccoli i bambini capiscano l’importanza di leggere, e di conseguenza attraverso la lettura capire il mondo in cui vivono, o saranno destinati ad essere adulti non consapevoli.

Lo scrittore di fama internazionale Aldo Busi è la punta di diamante di Montichiari e io stessa sono cresciuta leggendo i suoi libri, che tutt’ora conservo come reliquie. Vi capita mai di avere a che fare con aspiranti scrittori (mi dicono che a Montichiari ce ne siano molti) in cerca di informazioni, che vengono da voi per ricevere consigli su come pubblicare un libro?

Mi capita abbastanza spesso che Aldo Busi venga ad acquistare un libro per le sue letture personali, e di questo suo appoggiare la mia attività lo ringrazio davvero tanto, oltretutto è sempre un piacere stare ad ascoltarlo. Per quanto riguarda gli aspiranti scrittori è vero che ce ne sono parecchi ed è altrettanto vero che molti vengono a chiedere informazioni in libreria, ma io i libri li vendo, non li pubblico, quindi il consiglio migliore che sento di dare in ogni caso è:

“se davvero tieni a quanto hai scritto, se davvero ci credi, rivolgiti a un professionista dell’editoria, perché solo un professionista può valutare adeguatamente, consigliare e promuovere un lavoro ben fatto. Diffida di chi ti chiede denaro per pubblicare, piuttosto paga un buon editor per valutare il tuo lavoro e un buon agente letterario perché lo porti a case editrici serie”.

Presentazioni ed eventi: quest’anno a causa delle chiusure sono saltati la maggior parte degli eventi letterari; quali saranno i vostri eventi in programma per il 2021?

Avevo in programma diverse presentazioni, in collaborazione con la blogger Federica Belleri, e dopo le prime di inizio anno partite veramente bene, abbiamo avuto anche l’onore di ospitare Massimo Carlotto tra gli altri! Ma tutto è saltato e per ora non mi sento assolutamente di fare previsioni per il 2021.

Se ci fosse la possibilità di mandare un messaggio al Ministro della Cultura, cosa gli direste o cosa vorreste chiedergli?

Potenziare le biblioteche, aumentare il numero dei bibliotecari formati, formare tutti gli insegnanti sull’importanza della lettura, creare un progetto di lettura stabile nelle scuole sono solo alcuni dei passi da compiere, che non sono affatto scontati, perché in molti posti mancano biblioteche, o peggio, i bibliotecari sono improvvisati, o ancora, la scuola è troppo impegnata a compilare carteggi burocratici per trovare il tempo di leggere ai ragazzi. Sì, bisogna leggere ad alta voce ai ragazzi, non vanno solo obbligati a leggere in autonomia, perché la lettura non è solo uno sforzo richiesto, un dovere penoso, ma deve essere per i giovani un piacere gustare un libro letto con passione e solo a quel punto troveranno il loro stimolo alla lettura.

Grazie!

MICHELA TANFOGLIO

LIBRERIA MIRTILLO 
Corso Martiri della Libertà, 23, 25018 Montichiari (Brescia)

www.libreriamirtillo.it - 030 5242905

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