Il calcio è ormai un carrozzone nelle mani di potentati economici, della malavita che gestisce le scommesse e di ampi settori della cosiddetta società civile che in un modo e nell’altro traggono vantaggi. Basti prendere in considerazione gli arbitraggi nelle gare di Champions che hanno visto in campo Lazio e Atalanta.
Il rigore sull’uno a zero per il Bayern non assegnato ai biancocelesti e il cartellino rosso a Freuler, non appurati in entrambe i casi dal Var, indicano chiaramente una strategia tendente ad annichilire le società italiane a vantaggio di quelle ben più ricche straniere.
Ma non è una novità. Quante porcate abbiamo visto e subito in tal senso in questi ultimi anni? Citatemi un solo caso in dissenso con quanto affermo e chiederò scusa.
Del resto si sa che i soldi possono finanche invertire il corso naturale dei fiumi, indirizzandolo contro corrente, allora mi chiedo retoricamente la presunta ragione per cui le società calcistiche italiane dovrebbero investire milioni e milioni di euro quando si sa già fin dall’inizio di ogni stagione che ci sono squadre privilegiate e altre costrette a restare in silenzio di fronte ogni tipo di abuso.
Per quale ragione bisognerebbe buttare via dei soldi e come tifosi, illudersi vanamente che i reali valori sportivi e atletici possano trionfare sull’interesee economico?
Perchè abbonarsi alle pay tivvù e allo stadio (quando sarà nuovamente possibile) per poi assistere a delle vere e proprie pantomime?
Non sarebbe forse preferibile e realistico oltre che eticamente e moralmente doveroso essere onesti almeno intellettualmente e dire a tutti quanti e a se stessi:
“Lasciate ogni speranza oh voi che guardate le partite: il calcio inteso come sport è ormai morto e sepolto”?
Meditate gente, meditate! St.les
(Nell’immagine il celeberrimo arbitro Moreno)