Chi di voi romani e turisti non ha mai fatto una passeggiata a Campo dei Fiori e nella vicina Piazza Farnese? Abbagliati dai tanti bei palazzi (tra cui la sede dell’Ambasciata francese) dalle fontane, ecc., forse vi sarà sfuggita la chiesette di Santa Brigida appartenente alle suore dell’ordine brigidino.

L’ORDINE
L’ordine, del SS.Salvatore di Santa Brigida, nacque nel 1911 e fu approvato in modo definitivo dalla Chiesa nel 1940. La fondatrice fu Santa Elisabetta Hesselblad, luterana svedese convertitasi al cattolicesimo, che volle ridare vita a questo ordine girando tutti i monasteri brigidini per rifondare il suo carisma adattando le antiche origini ai tempi nuovi.
Santa Brigida, anch’essa svedese, visse nel 1300, figlia di una potente famiglia aristocratica. Sposatasi, ebbe 8 figlie, la vita di corte la mise in contatto con la politica, l’amministrazione centrale ecc. Ma aveva una grande vocazione religiosa.
Quando divenne vedova si trasferì vicino al monastero di Alvastra, dove ricevette varie rivelazioni religiose.
Fondò così l’ordine del SS. Salvatore e si recò a Roma, con sua figlia Caterina, per ricevere la sanzione della nuova regola dal Papa Urbano V.
Si stabilì presso la casa di Francesco Papazura a Campo Marzio, in quello che poi diventò Hospitale S. Brigittae de Regno Sueciae e poi passato alle nuove suore di S.Brigida dopo la rifondazione dell’ordine.
Tipico è il copricapo indossato dalle suore: a calotta con due bande che formano una croce i cui bracci sono uniti da una fascia circolare e con cinque fiamme, una al centro e quattro sul bordo che ricordano le piaghe di Cristo.

LA CHIESA
La Chiesa, riconosciuta come la chiesa nazionale degli svedesi, si trova a Piazza Farnese,96.
Dopo la canonizzazione di Santa Brigida le venne dedicata nel 1391 la piccola chiesa parte integrante di un complesso edilizio che comprendeva la casa (tuttora visitabile) in cui vissero santa Brigida e la figlia Caterina, fino alla morte.
Venne restaurata una prima volta nel 600 ma l’aspetto attuale risale ai rifacimento iniziato nel 1705. La facciata tardo barocca ha due colonne corinzie e sopra il timpano si trovano due statue rappresentati Santa Brigida e sua figlia Caterina. Il campanile di mattoni rossi fu aggiunto nell’800.
L’interno è a navata unica e la volta a botte è dominata dalla Gloria di Santa Brigida. Del 700 è anche la cantoria lignea ma la gran parte della decorazione interna risale all’800.
Vicino all’altare di destra si può notare un monumento funebre realizzato da Tommaso Righi, per Nils Bielke, discendente di Santa Brigida vissuto in esilio a Roma dopo essersi convertito al cattolicesimo.

CURIOSITA’, I BRIGIDINI DI LAMPORECCHIO (Pt)
I brigidini di Lamporecchio sono dei biscotti chiamati così perché pare che fu proprio una suora del convento di S.Brigida a Pistoia che nel XVI, commettendo un errore nella preparazione delle ostie con uova farina e zucchero per non sprecare il tutto aggiunse dei semi di anice, inventando questi biscotti, cialde color giallo arancio dalla superficie curva.
Di seguito la ricetta
INGREDIENTI
250 gr farina OO
150 gr di zucchero
3 uova intere
1 bicchierino di liquore all’anice
Semi di anice qb
PROCEDIMENTO
Impastate in una ciotola farina, zucchero e le uova. Aggiungete il liquore ed amalgamate ancora. L’impasto sarà morbido ma non troppo liquido. Versate in una padella antiaderente ben calda un cucchiaio di impasto (come per la preparazione delle crepes) e aiutandovi con un foglio di carta forno, pressatelo per rendere l’impasto un disco omogeneo e sottile. Dopo due minuti di cottura togliete la carta e capovolgete il disco cosi da cuocerlo dall’altro lato. Togliete dal fuoco e arrotolatelo leggermene facendolo raffreddare su un piatto. Cos’ diventerà croccante con la forma curva.
Si possono anche cuocere in forno a 180° per 5/6 minuti o almeno finché non li vedrete colorati.
Chi vuole può aggiungere i semi di anice nell’impasto.

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