“I narcisisti hanno troppa paura di guardarsi dentro perché credono che la verità che troverebbero sarebbe devastante. Emotivamente sono morti dentro e hanno fame di essere “riempiti” e apprezzati da altri. Essi non sono in grado di apprezzare l’amore che ottengono né coloro che glielo danno”

Quello che è accaduto a Leo.
Marta è una sceneggiatrice teatrale alla perenne ricerca di storie eclatanti da portare in scena. Affermata professionalmente, dedica il rimanente tempo alle figlie e alla passione per la lettura e la scrittura. Ha da poco superato i cinquant’anni, è divorziata e non ha un compagno da tempo. In fatto di relazioni, Marta ha sempre avuto le idee chiare e dopo il naufragare del suo matrimonio preferisce una sana solitudine a un rapporto malsano, sbilanciato e privo di sentimenti condivisi.
Ha un bel rapporto con le figlie gemelle, ormai maggiorenni, e in merito alle loro relazioni le avverte sovente di non cedere alle passioni scaturite dalla sola visione di un corpo ben modellato e impreziosito dalla giovinezza, soprattutto se mancante della conoscenza essenziale dell’altro.
E Marta a tal proposito ne sa qualcosa. Il suo ex marito, tipico soggetto narcisista, all’epoca della loro convivenza, aveva posto le proprie esigenze al centro della sua esistenza a scapito della moglie e delle figlie, cresciute con i soli sacrifici di Marta, trascurata dal marito a causa delle relazioni extraconiugali che sovente si concedeva.
Marta ricorda ancora con estrema sofferenza gli anni trascorsi a lottare contro la sua stessa volontà per cercare di mantenere salda la famiglia delle figlie.
Subito dopo il matrimonio aveva scoperto casualmente che il marito aveva ben due amanti: una fissa e l’altra saltuaria. Entrambe le amanti erano state in passato ex fidanzate di Leo, il quale diceva alla moglie di aver chiuso ogni rapporto sentimentale con loro a favore di una sana amicizia.
Marta non era gelosa e pertanto non vedeva nulla di sospettoso nel sapere che il marito, qualche volta, le sentiva al telefono. L’uomo raccontava con naturalezza di averle aiutate entrambe nella ricerca del lavoro e che a seguito di ciò si erano sentite in dovere di gratificarlo, mantenendo nel tempo la loro amicizia.
Leo, in realtà aveva mentito alla moglie. Laura, una della due ex, la più giovane, rappresentava per Leo l’attrazione sessuale e il coinvolgimento dei sensi da cui non riusciva a svincolarsi, e almeno una volta alla settimana si vedevano per consumare attimi di intimità rubati alla vita famigliare di entrambi.
Teresa, invece, era più grande di Leo. Era divorziata da anni e viveva con una buona rendita, poiché proprietaria di un ristorante. Leo attingeva dalla donna l’ amore materno mai ricevuto dalla genitrice e persino ogni tipo di aiuto economico che Teresa elargiva senza commentare, in cambio di sporadiche manifestazioni di affetto e qualche incontro sessuale con l’uomo, di cui era ancora profondamente innamorata.
Leo a suo tempo, aveva messo fine alle due relazioni, poiché considerate troppo asfissianti. Trovava difetti in entrambe le due donne e non le considerava all’altezza di ricoprire il ruolo di moglie. Definiva Laura ignorante e volgare nel modo di abbigliarsi e mal sopportava lo scherno degli amici; le loro risate e le battute ironiche verso la ragazza lo mettevano profondamente a disagio. Teresa invece, sarebbe stata “attempata” a causa di un decennio di differenza di età fra loro, oltre che “grassa e tozza” e non certo da invidiare. Quando Leo conobbe Marta, intravide astutamente in lei la soluzione al conflitto della scelta.
L’idea di presentare ad amici e parenti una donna bella, colta, con un lavoro parecchio interessante e soprattutto benestante, avrebbe rappresentato un ottimo riscatto per Leo. E dopo solo sei mesi di manifestazioni di amore intenso volle sposarla.
Marta, a seguito delle rappresentazioni teatrali, da lei organizzate, portava spesso il marito con sé, il quale, a confronto con gli artisti presenti e le varie discussioni culturali che innescavano, pativa parecchio il non poter dialogare con loro. Leo, era ignorante per scelta. Dopo la licenza media non aveva voluto continuare gli studi e cosa peggiore non aveva mai aperto un libro o un giornale per acculturarsi. Credeva di essere al sicuro mostrandosi curato nell’aspetto, una bella moglie al fianco e sfoggiando un abbigliamento griffato, noncurante della pochezza culturale limitata alle gesta sportive della squadra del cuore.
Leo manifestò enorme disagio nell’entourage della moglie e fece di tutto per allontanarla da amici e parenti.
Marta rimase incinta poco dopo il matrimonio e a causa della gravidanza difficile fu costretta a una lunga pausa dal lavoro a cui dovette rinunciare definitivamente per volere del marito a seguito della nascita delle gemelle.
La giovane donna dovette relegarsi in casa ad accudire figlie e coniuge e cambiò radicalmente la sua vita.
Leo era spesso via per il lavoro di rappresentante che svolgeva e qualche volta pernottava fuori. O almeno questo era ciò che sapeva la moglie, mentre in realtà le assenze in famiglia erano dedicate alle due amanti a seconda della disponibilità di ognuna. Se aveva bisogno di soldi Teresa era la donna scelta, se invece aveva voglia di sesso estremo Laura era pronta a soddisfare ogni sua esigenza.
Marta sempre più sola e carica di doveri a cui provvedere approdò suo malgrado alla depressione. La sera, quando le gemelle cedevano al sonno, si lasciava andare alla malinconica e nel pianto silenzioso affondava i malesseri e le frustrazioni.
Al compimento del secondo compleanno delle gemelle, Leo si astenne dal prenderne parte. Il giorno precedente dovette partire per una convention organizzata dalla società per cui lavorava, fuori dall’Italia, la cui durata andò ben oltre la settimana.
In realtà aveva accettato l’invito di Teresa per accompagnarla in vacanza sul Mar Rosso e per sua sfortuna, mentre camminava con l’amante mano nella mano, venne riconosciuto da una carissima amica di Marta, la quale al rientro in città volle mettere al corrente l’amica.
Marta non udì nulla che non sospettasse già e asserì di trovare nelle figlie il coraggio per andare avanti, purtroppo ormai al limite. Riconobbe di avere necessità di un supporto e pertanto da lì a poco prese appuntamento con una psicologa.
Alla professionista Marta raccontò gli atteggiamenti subìti dal marito e dopo varie sedute dovette ammettere di essere una delle tante vittime di narcisismo.
In meno di quattro anni dall’avvenuto matrimonio la sua vita era cambiata al punto da non riconoscersi neanche più.
Raccontò di aver preteso dal marito il dialogo necessario a colmare le distanze che si erano venute a creare fra loro, ma tutte le discussioni erano diventate accuse terribili contro essa stessa.
Ne usciva sconfitta e stremata, fino a quando si zittiva per quieto vivere e poneva fine allo svilimento delle accuse accettando il volere di Leo, sempre più evasivo o pretestuoso.
E alla psicologa disse anche di non disporre più di denaro proprio a seguito della pretesa del marito di attingere dal conto della moglie somme relative al pagamento per le varie spese, mentre lui provvedeva di suo al mutuo dell’abitazione.
In realtà Leo, spendeva spudoratamente il denaro di Marta in abbigliamento, auto e vizi vari, fino a quando mandò in rosso il conto personale della moglie che venne chiamata dal direttore della banca.
Confidò alla psicologa le minacce subìte da Leo tutte le volte che lo rimproverava di non dedicare tempo sufficiente alle figlie -e non solo in presenza dei parenti e degli amici- per sentirsi un minimo compresa, gratificata.
E le confessò di averlo implorato pietosamente per essere almeno risparmiata dalla visione delle camice sporche di rossetto e fard lasciato da altre donne.
Leo, in tali occasioni, le dava della “pazza”, creava il litigio e poi, offeso dalle illazioni, secondo lui infondate, spariva per giorni. E mentre Marta si crogiolava su inutili sensi di colpa, Leo trascorreva il periodo assente da casa, in compagnia di una delle due amanti, fino a quando Marta, per amore delle figlie, non recriminò più nulla e lentamente iniziò a morire dentro.
La psicologa le consigliò di staccarsi, seppur per un breve periodo, dal logorio del ménage coniugale per ritrovare la lucidità necessaria a ristabilire un nuovo contatto con sé stessa. Marta accolse il consiglio e il giorno dopo contattò la sorella, Mariateresa, intenzionata a metterla al corrente dell’inferno sempre taciuto, e avanzò la richiesta di essere ospitata con le figlie per qualche tempo.
Mariateresa non si sottrasse e Marta determinata come mai si trasferì da lei con le figlie. Mariateresa viveva con il marito in un altra città e quando la sorella e le nipotine arrivarono offrì loro ogni conforto necessario a restituire serenità e parvenza familiare.
Le bambine adoravano gli zii e giocavano libere nel loro giardino, mentre Marta ricominciò a leggere e addirittura a scrivere. Leo, dal canto suo, all’inizio trovò nel trasferimento della moglie e delle figlie, la libertà tanto desiderata per farsi i fatti suoi, sollevato dal non dover dare spiegazioni, sempre più fantasiose, in merito alle sue scappatelle, ma quando l’assenza di Marte e delle figlie si allungò oltre le due settimane, divenne irrequieto e cominciò a tempestare la moglie di telefonate e improvvise visite, senza però mai riuscire a riportarle a casa.
Marta dopo solo un mese, lontana dal marito, ritornò a essere più lucida e finalmente consapevole chiese a Leo la separazione.
Leo, terrorizzato all’idea di perdere il “porto sicuro” rappresentato dalla famiglia, mise in scena le tragedie più assurde. Prima minacciò di toglierle le figlie, poi accusò la moglie di essere una psicotica e instabile, e persino di averlo tradito.
Agli avvocati dichiarò di essere preoccupato per le figlie poiché a suo parere Marta era totalmente inadeguata a svolgere da sola il ruolo della genitrice, sempre depressa e isterica con lui e le figlie.
E alla richiesta di una separazione consensuale respinse ogni accordo in favore di una giudiziale.
Furono tempi duri e lunghi che Marta seppe ben affrontare. Leo, tentò persino di manipolare le figlie contro la madre per ottenere la loro custodia. Accusò Marta di tutto quello che in realtà aveva fatto lui e come se non bastasse, fu persino avallato dal suo avvocato.
Fortunatamente i testimoni citati in tribunale da Marta riuscirono a raccontare episodi salienti atti a screditare ogni menzogna detta da Leo contro Marta con unica finalità quella di toglierle le figlie per “punirla” di averlo lasciato ed essersi ribellata al suo volere.
Marta vinse la causa legale e Leo fu persino condannato alle spese processuali.
Dopo la causa Marta adottò con l’ex marito la pratica del “no contact”, eccezione fatta per le dovute comunicazioni inerenti le figlie.
Sì trasferì in altra città e vive serenamente con le figlie. Ha ripreso da tempo a scrivere sceneggiature ed è ritornata a lavorare attivamente per il teatro.
Mentre Leo, pur di non passarle gli alimenti spettanti alle figlie, si fece licenziare dopo la causa legale e ancora oggi vive di lavori saltuari. Naturalmente ha nuova una compagna, una ennesima preda da cui si fa mantenere e che tradisce occasionalmente… come da perfetto stile narcisista.

Del resto si sa che “il lupo perde il pelo ma non il vizio”!

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