Si, è ufficiale: Roberta Zanzonico parteciperà al Premio Strega 2023 con il suo romanzo “LA BELLEZZA RIMASTA”, edito da Morellini Editore. E io ho avuto il piacere di incontrarmi con lei lo scorso mese di Ottobre a pochi giorni dalla pubblicazione, nel corso della seconda edizione del Buk Romance di Roma, il festival della letteratura romantica organizzato da Emilio Brancadoro.

Roberta Zanzonico è un’autrice giunta al suo secondo romanzo, nonché psichiatra, e nel 2020 diventa docente nella facoltà di Medicina e nel Dipartimento di psichiatria presso la UCLA, ergo è una scienziata della mente.

Con lei ho avuto il piacere e il privilegio di condividere molto più delle quattro chiacchiere canoniche che solitamente si scambiano tra intervistatore e intervistato e con l’occasione ho approfittato per confrontarci su vari temi della mente.

Di lei mi aveva infatti colpito sia la costruzione narrativa della storia, che i motivi di base che l’hanno portata a scriverla e che a mia volta le ho chiesto e gentilmente ottenuto di raccontare al mio taccuino a beneficio dei lettori di Sport12.it.

Ciao Roberta, grazie per tua gentile disponibilità e complimenti per la tua opera. Mi parli del tuo romanzo?

“Certo, con piacere. Il mio romanzo parla dell’illusione di poter tornare indietro, ai giorni in cui tutto poteva ancora essere. La protagonista è la signora Chiara, una settantenne che negli ultimi dieci anni non è più stata in grado di registrare nuove memorie.

Rimasta ferma a quando aveva sessant’anni, ricorda perfettamente tutto ciò che le è capitato fino ad allora, ma nulla di quel che è accaduto e le accade dopo. Se tu, ad esempio, la incontrassi oggi e domani la incontrassi di nuovo, lei si comporterebbe come se non ti avesse mai conosciuto. E mentre la gente del piccolo paese in cui vive la prende in giro considerandola un po’ strana, la malattia della signora Chiara finisce per rivelarsi una risorsa per i suoi compaesani.

Ad esempio, c’è un nobiluomo, il signor Morbidelli, una volta rispettato da tutti e orgoglioso del proprio figlio, che ora è un uomo angosciato perché da qualche anno il figlio ha perso il senno e si è perfino cavato un occhio durante un episodio psicotico. La gente del paese lo deride con disprezzo per la malattia del figlio. L’unica che gli riserva ancora sia il riguardo che il rispetto di un tempo passato è la signora Chiara. Poiché non ricorda nulla, non sa del dramma sopravvenuto e in corso, e gli chiede ancora del figlio bello e promettente di un tempo.

Parlando con lei, Morbidelli può tornare indietro ai giorni della speranza, a quelli in cui la vita non era ancora stata definita. L’oblio della signora Chiara permette quindi agli altri di illudersi che il passato non sia mai passato e che sia, infatti, ancora presente.

Il paese di Filaccione è il luogo dove si svolgono tutte le vicende che riguardano anche gli altri personaggi che avranno a che fare con la signora Chiara. Ossia il luogo dove vivrà lo scontro tra illusioni, che sono quelle che ti tengono prigioniero del passato, un passato che non esiste più, e quel realismo che invece ti porta a vivere un tempo presente che sebbene difficoltoso per molti dà la speranza di avere ancora un futuro.”

Come nasce il romanzo e qual è il messaggio universale che per suo tramite di fatto lanci al mondo?

“Il romanzo nasce sia dalla mia professione che dalla mia esperienza personale. Come medico psichiatra, molte idee sono nate dall’esperienza e dal confronto con patologie reali con le quali mi imbatto tutti i giorni.

Dal punto di vista personale, ci fu un episodio particolare che accadde quando avevo diciannove anni, nel periodo in cui frequentavo la facoltà di medicina all’università. Dopo la fine di una breve relazione, ero entrata in un bar e il barista, che in passato mi aveva vista con il ragazzo ora assente, mi chiese “sola oggi?”.

Al che presi coscienza del fatto che, almeno nella memoria del barista, nulla era cambiato, era ancora normale chiedere dove fosse lui. Il barista viveva ancora nel passato. Pensai che basterebbe trovare una sola persona che si ricorda di noi come siamo stati per poter tornare indietro.

Avrei potuto dirgli che lui mi stava aspettando fuori, e dunque illudendo me stessa che quella storia non fosse mai finita. Da allora pensai di scrivere un libro che poi nel tempo in qualche modo si è diciamo scritto “da solo”.

In questo libro si parla del fascino che il passato ha verso di noi. C’è una domanda nel romanzo: “non è forse più facile tornare indietro che andare avanti?” I personaggi del romanzo però capiranno presto che il passato è un luogo illusorio e che nel passato si può rimanere intrappolati, così da precluderci la possibilità di andare avanti e vivere ancora.

Il messaggio universale che invece vorrei lanciare tramite “LA BELLEZZA RIMASTA” è di avere il coraggio di vivere, affrontando la vita pur con le sue asprezze. Ai miei lettori voglio anche provare a dare conforto, poiché leggendomi e possibilmente ritrovandosi o immedesimandosi nei personaggi, possano sentirsi parte di un tutt’uno, e non più singoli e dunque soli ad affrontare l’esistenza.”

Grazie mille Roberta, in bocca al lupo e lunga vita al lupo!

Roberta Zanzonico e Michela Tanfoglio, ceo di #Editreal e agente letteraria che ha curato l’editing e la promozione del romanzo

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