Il 4 Novembre ricorre la festa delle forze armate e la commemorazione del milite ignoto e in questo breve articolo voglio raccontarvi la genesi del milite ignoto.

Alla fine della Prima Guerra Mondiale il generale Giulio Douhet, come altri suoi pari nelle nazioni che avevano partecipato alla guerra, decise di onorare una salma sconosciuta di un combattente che aveva sacrificato la sua vita per la Patria, preparando un disegno di legge apposito.

La legge fu approvata nel 1921 e venne incaricata una commissione che dal 3 Ottobre 1921 esplorò i luoghi delle battaglia: Rovereto, Dolomiti, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, gli Altipiani ed il tratto da Castegnevizza al mare, così da avere undici salme che rappresentavano tutti i reparti compresa la marina.

Tra queste undici salme bisognava scegliere quella che sarebbe diventata il milite ignoto. Il compito venne assegnato a Maria Bergamas, scelta tra un gruppo di madri di soldati dispersi.

Figlia di un fabbro e di una lavandaia, viveva a Trieste che all’epoca faceva ancora parte dell’impero austroungarico. Il figlio Antonio fu quindi costretto ad arruolarsi nelle file austriache. Ma disertò e tornò in Italia combattendo come fante volontario nella brigata “RE” sotto il falso nome di Antonio Bontempelli.

Venne ucciso da una raffica di mitraglia e tramite una lettera trovatagli addosso venne riconosciuto e sepolto nel cimitero di Marcesine. Ma un violento bombardamento distrusse il cimitero ed Antonio con i suoi compagni venne dichiarato disperso.

Le undici bare dei militi prescelti furono portate prima ad Udine e poi allineate, coperte dal tricolore, nella basilica di Aquileia. Il 28 Ottobre alle ore 11, in quello che viene ricordato come il Rito di Aquileia, Maria Bergamas, scelse la salma di quello che diventerà il simbolo dei caduti di guerra.

Passò davanti alle bare, una per una, ma arrivata alla decima, sopraffatta dal dolore, si accasciò su di essa, urlando il nome di suo figlio e quella fu la bara prescelta, mentre le altre dieci vennero seppellite nel cimitero di Aquileia.

La bara prescelta, trasportata da quattro ufficiali, fu posta su un ex fusto di cannone e caricata su un carro ferroviario scoperto con scorta d’onore composta da sedici vagoni con reduci decorati con medaglia d’oro, per intraprendere un viaggio attraverso l’Italia.

Partì il 29 Ottobre da Aquileia ed arrivò a Roma il 2 Novembre, fermandosi in molte città, viaggiando a velocità minima per consentire alla gente di rendere omaggio al suo passaggio, in un silenzio assoluto rotto solo dalla canzone del Piave.

Arrivata a Roma fu deposta nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli ed esposta al pubblico. Dopo le esequie solenni il 4 novembre fu portata all’Altare della Patria e venne inserita nel sacello, preparato ad hoc, con appoggiati sopra un elmetto ed una medaglia d’oro al valore militare concessa con questa motivazione:

“Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria”

Maria è stata il simbolo di tutte le madri dei caduti. Morì nel 1953 e fu sepolta nel cimitero di Aquileia accanto alle altre dieci salme dei militi ignoti.

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