Siate uniti tra voi, non focalizzate l’attenzione su ciò che vi divide ma piuttosto su quello che vi unisce

Quanta saggezza si può trarre dagli insegnamenti di San Paolo, Saulo di Tarsus?

Quanta forza potrebbero trarre le famiglie, le comunità, i gruppi e le associazioni in generale apprendendo e sopratutto impegnandosi costantemente nel mettere in pratica un simile consiglio?

Quanta speranza ne riceverebbe ciascuno di noi per fare fronte alla comune disperazione e reagire con costrutto e in maniera positiva alle chiacchiere del mondo mortale senza farsi prendere dallo sconforto e continuare vanamente e illusoriamente a seguire una strada cieca, una corrente che non sfocia in alcun mare?

Sono o non sono parole come quelle di Paolo a insegnarci la retta via per conseguire e vivere una vita realmente serena perchè piena di valori come lo spirito di squadra contrapposto agli individualismi ahi noi tanto in voga al giorno d’oggi?

Quando si gioca nella stessa squadra ognuno è portato a rivestire un ruolo che in base ai propri talenti e carismi è il più naturale per lui. Nel calcio, ad esempio ci sono i portieri che difendono la porta parando i tiri degli avversari.

Poi ci sono i difensori, che proteggono il portiere e sostengono col loro lavoro in campo i centrocampisti e attaccanti. I primi tra questi fungono da raccordo tra attacco e difesa e se vogliamo ricoprono i ruoli più umili e utili alla squadra.

Infatti proteggono i difensori e forniscono palloni e assist agli attaccanti quando facendo partire l’azione e quando interrompendo le azioni di gioco avversarie.

Gli attaccanti sono coloro che concretizzando le azioni della squadra vengono messi in condizione di fare i goal che faranno potenzialmente vincere le partite.

Infine, viene scelto un capitano.

Il capitano è il leader naturale: il punto di riferimento e il mediatore tra la squadra, l’arbitro e l’allenatore.

Magari un allenatore come quello interpretato da Al Pacino nel film di Oliver Stone: “Any given sunday” (Ogni maledetta domenica), del 1999, che così introduceva il discorso motivazionale che rivolgeva ai suoi ragazzi prima di una gara importante:

“Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta”. 

Continua nella seconda parte

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