Ottobre 1990. *Alessia ha sei anni, è ricoverata in rianimazione, dopo un lungo periodo di isolamento. Polmonite bilaterale dicono, ma è solo l’ultima delle patologie opportunistiche che l’hanno aggredita negli ultimi tempi.

Le è rimasta solo la nonna, sua madre era ormai malata di AIDS da un po’ di tempo, non si sa bene di cosa sia morta e nessuno le ha dato una spiegazione, ma del resto è piccola, ha solo sei anni.

Dicembre 1990. La nonna e pochi altri parenti piangono sul feretro di Alessia.

Gennaio 2006. *Ida ha quarantaquattro anni ed è sposata da ventidue. Un matrimonio stanco il suo, ma lei ci prova e tiene duro, del resto ci sono due figli. Ida ha un amante da un anno, il secondo uomo della sua vita; è un collega ed è sposato, ma tra loro la passione è travolgente. Poco dopo le feste natalizie, il marito di Ida inizia ad avere tutte le sere una strana febbre e la notte suda molto, anzi, moltissimo. Il medico di famiglia pensa che si possa trattare di un linfoma, quindi gli prescrive degli accertamenti. Sì, ha un linfoma, ma ha anche contratto il virus dell’HIV molto tempo prima, forse già da dieci anni. Né Ida, né il marito, né l’amante hanno mai fatto un test.

Dicembre 2020. Il marito di Ida è mancato, lei, il collega e la sua, ora, ex-moglie proseguono le cure.

Maggio 2014. *Daniele ha incontrato l’amore della sua vita durante l’inaugurazione di un locale estivo. Sono persone per bene, si amano molto. Belli, giovani, con un buon lavoro e tanti progetti. Daniele è un donatore di sangue, è sempre stato attento, tranne con il suo compagno, ma del resto l’amore quando si è giovani è fatto così. Tre giorni dopo le analisi di controllo necessarie per la donazione, riceve una chiamata. È sieropositivo.

Dicembre 2020. I ragazzi stanno bene, sono ancora innamorati e hanno aperto un B&B. Nell’attesa di una cura che possa guarirli del tutto, portano avanti una campagna di sensibilizzazione verso i giovani perché utilizzino il preservativo ed eseguano il test regolarmente.

Dicembre 2000. *Stanic era un consumatore di eroina negli anni ’80 e ‘90, ma ha sempre utilizzato siringhe sterili, tranne qualche volta con sua moglie. Lei ha scoperto di essere sieropositiva al terzo mese di gravidanza.

Dicembre 2020: i coniugi Stanic sono mancati, la figlia è nata sana e ha passato il test di medicina.

Alessia;
Ida;
Daniele;
Stanic.

Cosa hanno in comune queste quattro storie è chiaro, si tratta di un virus (dal latino veleno), ma cosa possono insegnarci? Molto, possono indurci a ragionare su svariati argomenti a partire dal salvifico utilizzo del preservativo, all’eseguire il test sierologico (che a mio dire dovrebbe essere obbligatorio), e a sradicare i pregiudizi verso argomenti che non si conoscono, o peggio, ad affrontare i rapporti sessuali con troppa leggerezza. L’HIV esiste e se ne parla troppo poco, non si sensibilizzano i ragazzi, né gli adulti.

Nel 2020 qualcuno ancora pensa che si tratti di una malattia da omosessuali o da drogati e prende questo pensiero ricco di ignoranza come una scusa perfetta per sottovalutare il problema.

Da anni mi interesso a questo argomento ed esulto ogni qualvolta la medicina fa dei passi avanti, perché anche se non se ne parla, nel mondo si stima che ci siano circa 37 milioni di persone che convivono con l’HIV/AIDS, e la maggior parte di questi, per la precisione 34.900.000 persone (avete letto bene!), sono adulti di età superiore a quindici anni (praticamente bambini), distribuiti in maniera pressoché uguale tra uomini e donne; non è la peste dei gay, frase orribile utilizzata negli anni passati, e non è una punizione divina, ma un virus, un’entità biologica con caratteristiche di parassita obbligato – perché si replica esclusivamente all’interno delle cellule degli organismi –, che può colpire chiunque, dal personale medico, ai ragazzini che sperimentano i loro primi amori.

Esistono due modi per prevenire il contagio: utilizzare il preservativo e fare regolarmente il test dell’HIV.

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Curatrice: Michela Tanfoglio

HIV E AIDS: FACCIAMO LE GIUSTE DISTINZIONI

Hiv e Aids non sono la stessa cosa.

L’Hiv (Human immunodeficiency virus) è un virus che attacca e distrugge, in particolare, un tipo di globuli bianchi, i linfociti CD4, responsabili della risposta immunitaria dell’organismo. Il sistema immunitario viene in tal modo indebolito fino ad annullare la risposta contro altri virus, batteri, protozoi, funghi e tumori.

L’infezione da Hiv non ha una propria specifica manifestazione, ma si rivela attraverso gli effetti che provoca sul sistema immunitario. La presenza di anticorpi anti-Hiv nel sangue viene definita sieropositività all’Hiv. Pur con una infezione da Hiv, è possibile vivere per anni senza alcun sintomo e accorgersi del contagio solo al manifestarsi di una malattia opportunistica.

Sottoporsi al test Hiv è, quindi, l’unico modo di scoprire l’infezione.

L’Aids (Acquired immune deficiency sindrome) identifica uno stadio clinico avanzato dell’infezione da Hiv. È una sindrome che può manifestarsi nelle persone con HIV anche dopo diversi anni dall’acquisizione dell’infezione, quando le cellule CD4 del sistema immunitario calano drasticamente e l’organismo perde la sua capacità di combattere anche le infezioni più banali (infezioni/malattie opportunistiche).

I progressi della ricerca scientifica e l’uso della terapia antiretrovirale hanno reso possibile alle persone con Hiv di avere una buona qualità di vita, grazie anche al minor impatto sull’organismo e ai minori effetti collaterali. Le evidenze scientifiche dicono che le prospettive di vita per chi oggi scopre di avere l’Hiv ed entra subito in terapia, sono simili a chi non ha l’Hiv.

La terapia che da almeno 6 mesi mantiene persistentemente la carica virale (cioè la quantità di virus presente nel sangue/secrezioni) a livelli non misurabili e rende altresì nulla la possibilità di trasmettere il virus ad altri.

In questo caso si parla di U=U Undetectable = Untrasmittable o in italiano Non rilevabile = Non trasmissibile.

COME SI CONTRAE IL VIRUS DELL’HIV

L’HIV si trasmette da una persona che ha già contratto l’infezione a un’altra. Il sangue, le secrezioni vaginali, il liquido seminale e il latte materno di persone sieropositive contengono sufficienti quantità di virus tali da potere infettare altre persone.

Si contrae HIV con le seguenti modalità:

rapporti sessuali di qualunque tipo con persone affette dal virus dell’HIV;

contatto di sangue attraverso lo scambio di oggetti acuminati (siringhe usate, rasoi) o con trasfusione di sangue o emoderivati infetti;

contatto con oggetti che possono penetrare la cute e le mucose (per es. rasoi, forbici, aghi, spazzolini da denti, ecc…) che mettono in contatto il sangue di un soggetto sano con quello di una persona malata;

dalla mamma sieropositiva al bambino durante la gravidanza, il parto o l’allattamento al seno.

In passato, molti hanno contratto HIV con le trasfusioni di sangue provenienti da donatori infetti, ma ora il sangue donato è controllato in modo molto accurato e il rischio di questa via di contagio è estremamente ridotto.

Non ci sono casi documentati di HIV trasmesso tramite lacrime o saliva, ma è possibile contrarre l’infezione praticando sesso orale non protetto (attraverso il contatto con il liquido spermatico, secrezioni vaginali o sangue) o in presenza di ferite sanguinanti in bocca o di ulcere genitali.

COME NON AVVIENE IL CONTAGIO

dalle strette di mano, dalla condivisione di stanze e/o di altri comuni contatti sociali;

dai colpi di tosse o degli starnuti emessi da una persona sieropositiva;

dall’uso di oggetti casalinghi, quali le stoviglie.
dagli animali domestici;

questo, infatti, è un virus che colpisce solo la specie umana.

Le zanzare non possono trasmettere il virus; evidenze a questo riguardo sono molteplici: le zanzare succhiano il sangue, ma non lo iniettano durante il pasto;

il virus dell’HIV non sopravvive e non si riproduce all’interno della zanzara;

le zanzare fanno una pausa di almeno 24 ore tra un pasto e l’altro, digeriscono il sangue ingerito e quindi inattivano il virus;

dal bacio (la saliva non è infettante).

LE DONNE CONTRAGGONO FACILMENTE IL VIRUS?

Sì. Le donne possono contrarre il virus dell’HIV più facilmente rispetto agli uomini perché:

lo sperma, qualora vi sia un’eiaculazione interna, rimane a lungo in contatto con i tessuti vaginali;

durante il periodo del ciclo mestruale l’interno dell’utero presenta piccole lesioni che facilitano l’ingresso del virus;

hanno organi genitali interni, per cui è difficile verificare la presenza di lesioni o piccoli tagli che incrementino la possibilità di entrata del virus;

spesso il modello culturale di femminilità passiva fa sì che le donne non possiedano sicurezza e determinazione nella volontà di proteggersi durante i rapporti sessuali e molte, ingiustamente, si vergognano di proporre al partner l’uso del preservativo.

N.B. A questo proposito vorrei aggiungere una nota personale: donne dovete impuntarvi. Se temete che gli uomini vi giudichino delle poco di buono perché tenete in casa o portate in borsetta una scatola di preservativi, sappiate che sono loro quelli sbagliati.

Opponetevi. Ribellatevi a questo sistema che rende tante di noi ancora succubi.

Diciamo no e sfatiamo il mito della donna madre, moglie, remissiva, restia, timida e bisognosa di attenzioni e cure: le donne, come qualunque essere vivente sulla terra, provano pulsioni sessuali e fare l’amore, o fare sesso, chiamatelo come volete, è bellissimo, uno dei più grandi piaceri della vita.

Se non fosse così, la razza umana si sarebbe estinta, quindi fate l’amore quanto vi pare e con chi vi pare, ma tutelatevi: o questi uomini si mettono il profilattico o ad maiora!

Carne e Sensi
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SINTOMATOLOGIA

Purtroppo, a differenza di altri virus che il sistema immunitario può efficacemente contrastare, l’HIV non può essere eliminato del tutto, producendo pertanto una serie di nocive conseguenze per la salute. Al fine di intervenire tempestivamente per gestire la malattia, è importante riconoscere quanto prima l’esistenza della patologia.

A ogni modo, i sintomi dell’HIV possono variare notevolmente da persona a persona, tanto da rendere improbabile che due persone con HIV presentino esattamente gli stessi sintomi.

Tuttavia, l’HIV generalmente seguirà questo schema di conseguenze:

malattia acuta;
periodo asintomatico;
infezione avanzata.


Vediamo insieme gli step, passo dopo passo.

Malattia acuta
Circa l’80% delle persone che contraggono l’HIV hanno sintomi simili all’influenza entro due o quattro settimane dal contagio. Questa condizione così simile all’influenza viene chiamata appunto “infezione acuta da HIV”, e rappresenta la fase primaria del virus. La sua durata è estesa fino a quando il corpo non ha creato anticorpi contro il virus.

I sintomi più comuni di questa fase dell’HIV includono:
eruzione cutanea;
febbre;
gola infiammata;
forti mal di testa.

I sintomi meno comuni possono includere:

fatica;
linfonodi ingrossati;
ulcere in bocca o sui genitali;
dolori muscolari;
dolori articolari;
nausea e vomito;
sudorazioni notturne.

Sostanzialmente, i sintomi durano in genere da una a due settimane. Chiunque abbia questi sintomi e pensa di aver contratto l’HIV (si pensi a rapporti non protetti) dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di fissare un appuntamento con il proprio medico per essere sottoposti a test.

Inoltre, l’HIV può causare ipogonadismo o scarsa produzione di ormoni sessuali in entrambi i sessi. Tuttavia, gli effetti dell’ipogonadismo sugli uomini sono più facili da osservare rispetto ai suoi effetti sulle donne. I sintomi del basso livello di testosterone, un aspetto dell’ipogonadismo, possono includere la disfunzione erettile negli uomini.

PERIODO ASINTOMATICO

Dopo che i sintomi iniziali sono scomparsi, l’HIV potrebbe non determinare alcun sintomo aggiuntivo per mesi o per anni. Durante questo periodo, il virus si replica e inizia a indebolire il sistema immunitario. Si tenga conto che una persona in questa fase non si sentirà né sembrerà malata, ma il virus è in realtà ancora attivo.

Non solo: in questa fase, il virus può essere facilmente trasmesso agli altri. E questo è il motivo per cui i primi test, anche per coloro che si sentono bene, sono così importanti.

INFEZIONE AVANZATA

Potrebbe volerci del tempo, ma l’HIV alla fine è destinato a scomporre il sistema immunitario di una persona. Quando ciò accadrà, l’HIV progredirà verso l’HIV in stadio 3, spesso definito AIDS. L’AIDS è l’ultimo stadio della malattia.

Una persona in questa fase ha un sistema immunitario gravemente danneggiato, rendendolo più suscettibile alle infezioni opportunistiche.

Le infezioni opportunistiche sono condizioni che il corpo sarebbe normalmente in grado di combattere, ma possono essere dannose per le persone che hanno l’HIV.

A dimostrazione di ciò, si noti come le persone che vivono con l’HIV possono notare che spesso hanno raffreddori, influenza e infezioni fungine. Potrebbero anche verificarsi i seguenti sintomi dell’HIV di fase 3:

nausea;
vomito;
diarrea persistente;
fatica cronica;
rapida perdita di peso;
tosse e mancanza di respiro;
febbre ricorrente, brividi e sudorazioni notturne;
eruzioni cutanee, piaghe o lesioni nella bocca o nel naso, sui genitali o sotto la pelle;
gonfiore prolungato dei linfonodi sotto le ascelle, l’inguine o il collo;
perdita di memoria, confusione o disturbi neurologici.

Come progredisce l’HIV

Con la sua progressione, l’HIV è in grado di attaccare e distruggere un numero sufficiente di cellule CD4 tale da impedire al corpo di combattere contro infezioni e malattie.

Quando ciò accade, il nostro organismo può subire l’evoluzione del terzo dell’HIV: il tempo necessario affinché l’HIV progredisca fino a questo stadio può variare da pochi mesi a 10 anni, o anche più. Tuttavia, non tutti coloro che hanno l’HIV progrediranno allo stadio 3.

L’HIV può infatti fortunatamente essere controllato con farmaci per terapia antiretrovirale. La combinazione di farmaci viene talvolta indicata come terapia antiretrovirale di combinazione (cART) o terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART). Questo tipo di terapia farmacologica può impedire la replica del virus, fermando la progressione dell’HIV e migliorando notevolmente la qualità della vita.

Ovviamente, il trattamento è tanto più efficace quanto più viene iniziato in anticipo.

Test per l’HIV

Le persone che sono sessualmente attive o utilizzano aghi in condivisione, dovrebbero prendere in considerazione di chiedere al proprio medico un test per l’HIV, specialmente se notano uno dei sintomi qui presentati.

Complessivamente, il test per l’HIV dovrebbe essere raccomandato almeno annualmente per le persone che usano droghe per via endovenosa, per le persone che sono sessualmente attive e hanno più partner e per le persone che hanno fatto sesso con qualcuno che ha l’HIV. Il test è rapido e semplice e richiede solo un piccolo campione di sangue.

Molte cliniche mediche, centri sanitari comunitari e altri laboratori, offrono questo tipo di servizio. In alternativa, è anche possibile acquistare un kit di test HIV da fare a casa, con un semplice tampone orale in grado di fornire risultati in 20 – 40 minuti.

Prospettive di vita

A oggi non esiste ancora una cura per l’HIV. Tuttavia, ottenere una pronta diagnosi e un trattamento precoce può rallentare la progressione della malattia e migliorare significativamente la qualità della vita.

Uno studio del 2013 ha rilevato che le persone con HIV possono avere un’aspettativa di vita quasi normale se iniziano il trattamento prima che il loro sistema immunitario venga seriamente danneggiato. Inoltre, uno studio del National Institutes of Health (NIH) ha scoperto che il trattamento precoce ha aiutato le persone con HIV a ridurre il rischio di trasmettere il virus ai loro partner.

HIV IN ITALIA

In Italia l’infezione da HIV non cala: 3.443 nuove diagnosi registrate nel 2017 (dati COA, Centro Operativo AIDS), pari al 5,7 nuovi casi ogni 100.000 residenti, con un andamento pressoché stabile dal 2015. Le persone con infezione da HIV in terapia sono oltre 100.000 in Italia.

L’incidenza maggiore di infezione è nella fascia di età 25-29 anni. La maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituivano nel 2017 l’84,3% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 45,8%; uomini con uomini 38,5%), mentre i consumatori di sostanze rappresentano il 3% dei casi.

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Curatrice: Michela Tanfoglio

È grave il fatto che circa la metà delle persone arrivi tardivamente alla diagnosi e in fase clinica avanzata. Si stima che nel nostro paese circa 15.000 persone siano infette dal virus senza esserne consapevoli. Questi soggetti non diagnosticati e non in trattamento progrediscono verso la malattia e sono potenziale fonte inconsapevole di trasmissione.

Cambia anche la fotografia della popolazione di pazienti con HIV oggi: si tratta soprattutto di persone tra i 40 e i 50 anni, trattate con le terapie più innovative, ma gravate dalle comorbidità infettive quali le malattie epatiche da HCV e HBV nonché comorbidità associate a un invecchiamento prematuro, quali le malattie cardiovascolari, l’insufficienza renale, i deficit neurocognitivi.

ACCESSO AI TRATTAMMENTI PER IL CONTROLLO DELLA REPLICAZIONE DELL’HIV E SUCCESSO TERAPEUTICO

In Italia, oltre il 90% dei pazienti che accede alle cure è undetectable, ossia in grado di controllare completamente la replicazione virale. Si tratta di una buona percentuale rapportata a quella globale: in molti paesi del mondo, degli oltre 37 milioni di persone che vivono con l’infezione da HIV, la percentuale che è in grado di controllare la replicazione del virus oscilla tra il 50 e il 60%.

Abbiamo tuttavia necessità di opzioni terapeutiche semplici, ben tollerate, con un’efficacia terapeutica superiore al 90%, per favorire l’aderenza alla terapia, per mantenere il successo virologico nel tempo e per prevenire e combattere la resistenza, fenomeno limitato in Italia ma che affligge già i paesi a risorse terapeutiche limitate.

Entro l’autunno dovrebbero essere disponibili in Italia due nuove opzioni terapeutiche in STR (single tablet regimen), che prevedono rispettivamente l’utilizzo di bictegravir, inibitore dell’integrasi di seconda generazione, e di doravirina, inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa di ultima generazione. Entrambi i trattamenti si sono dimostrati capaci di ostacolare l’ingresso del virus nella cellula con un meccanismo d’azione innovativo e rappresenteranno un aiuto per i pazienti HTE (highly treatment experienced), con limitate opzioni terapeutiche. Si stima che il 3-5% dei pazienti che ha accesso alle cure sia HTE.

Fostemsavir

Fostemsavir è un farmaco antivirale, somministrabile per via orale, che agisce impedendo il legame tra il virus HIV e il recettore CD4 presente sulle cellule.

«Esistono già trial molto solidi – spiega Antonella Castagna, professore associato Malattie Infettive, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano – in cui sono stati inseriti anche pazienti italiani, che dimostrano l’efficacia e la sicurezza del farmaco nella terapia dei pazienti complessi».

Ibalizumab

L’altra opzione terapeutica, già registrata negli Stati Uniti e in fase di valutazione in Europa, è rappresentata da ibalizumab, il primo anticorpo monoclonale contro l’infezione da HIV. Questo viene somministrato per via endovenosa ogni 14 giorni. I primi pazienti italiani lo stanno utilizzando grazie al supporto di AIFA.

Nuove strategie terapeutiche per l’infezione da HIV
«Per rispondere ai bisogni clinici dei pazienti, abbiamo necessità non solo di nuovi famaci, ma di nuove strategie terapeutiche» aggiunge Antonella Castagna.

Per ridurre concretamente il numero di nuove infezioni è necessario puntare alla Rapid Art, vale a dire iniziare quasi immediatamente, alla diagnosi, la terapia antiretrovirale. È inoltre opportuno implementare la strategia 2DR (opzioni terapeutiche che prevedono l’utilizzo di due soli antiretrovirali) e la sua oculata collocazione nella terapia di prima linea e nel percorso di ottimizzazione terapeutica.

«Da ultimo – conclude Antonella Castagna – un nuovo scenario si affaccia all’orizzonte: i pazienti italiani di diversi centri sono inclusi nelle sperimentazioni di fase III che utilizzano cabotegravir-rilpivirina in somministrazione Long-Acting, una rivoluzione che intaccherà il dogma della terapia antiretrovirale quotidiana per via orale».

In definitiva, fate un gesto d’amore nei vostri confronti e nei confronti di chi amate: utilizzate sempre i preservativi e fare regolarmente il test. E anche se siete in coppia e vi fidate ciecamente del vostro partener… fatelo lo stesso.
Michela Tanfoglio

*I NOMI SONO STATI CAMBIATI

Fonti e bibliografia

portalegiovani.it
www.salute.gov.it
Ospedale Amedeo di Savoia – Torino
Ministero della Salute. Aids e HIV.
Help AIDS. – Helpaids.it
Microbiologia medica. Patrick R. Murray,Ken S. Rosenthal,Michael A. Pfaller; Ed. EDRA; 2017

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